Secondo le prime ricostruzioni Marta Novello, subito prima di svenire a causa dell’aggressione subita, avrebbe raccontato ai due operai che l’hanno soccorsa che il quindicenne che l’ha colpita con 20 coltellate voleva rapinarla: “Voleva il mio portafogli”.
Mentre proseguono le indagini sul movente che avrebbe spinto il giovane aggressore a colpirla con venti coltellate, da Marta Novello arriva una prima, indiretta conferma alla versione proposta dal ragazzo: “Voleva rubarmi il portafoglio“, avrebbe detto la studentessa ventiseienne ai due operai che l’hanno soccorsa in strada, subito dopo l’aggressione, prima di perdere conoscenza. Un’ipotesi, quella della rapina finita male, che non ha convinto gli inquirenti per delle incongruenze: dalla estrema violenza dell’aggressione – che fa pensare ad una reazione piena di rancore, e non ad un tentato furto – al fatto che Marta stesse facendo jogging: dal suo abbigliamento era facile intuire che non avesse con sé grandi quantità di denaro o oggetti di valore.
L’ipotesi della rapina lascia perplessi anche i genitori di Marta, mentre la mamma del ragazzo, raggiunta da Il Corriere della Sera ha detto: “Non abbiamo problemi economici e mio figlio non faceva uso di droghe, fumava solo qualche sigaretta“. La donna aveva parlato di un ragazzo normale, che dopo i mesi di lockdown potrebbe aver accusato “una sorta di blackout“. Nella stessa direzione vanno le parole dell’avvocato del minore, Matteo Scussat, secondo il quale “modalità e circostanze dell’azione fanno pensare a un disagio, a un disturbo che andrà indagato“: probabile, alla luce di queste dichiarazioni, che venga suggerita una perizia psichiatrica cui sottoporre il ragazzo per stabilire se, al momento dell’aggressione, fosse pienamente in sé.
Una testimone ha raccontato questo a Pomeriggio Cinque: “Ho visto quel ragazzo uscire dal fosso sporco di sangue. Non mi sembrava agitato, camminava normalmente – ha aggiunto – i Carabinieri non hanno fatto fatica a portarlo via“.
Intanto la studentessa procede il suo decorso presso l’ospedale Cà Foncello di Treviso in terapia intensiva, anche se il peggio è passato: Marta è fuori pericolo e non ha riportato alcun danno neurologico. “Parla ed è lucida“, assicurano i medici “ricorda l’aggressione subita“.
Intanto gli inquirenti portano avanti le indagini cercando un possibile legame tra Marta ed il suo aggressore: il telefono del quindicenne è stato sequestrato e il ragazzo ha affrontato l’interrogatorio di garanzia, ammettendo che all’origine del gesto ci sarebbe stato un tentativo di rapinare Marta, al termine del quale il suo arresto è stato convalidato: le accuse nei suoi confronti sono di tentata rapina aggravata e tentato omicidio aggravato. Una misura, quella della custodia cautelare in carcere minorile, rara in casi che coinvolgono minori: segno che la posizione del ragazzo è stata ritenuta complessa, anche rispetto a potenziali pericoli di reiterazione, di inquinamento delle prove o di fuga.