Un uomo di Napoli si dice inorridito dal trattamento ricevuto dai Vigili urbani che, trovandolo in strada con il figlio, gli hanno presentato una multa molto salata.
Una passeggiata con il figlio che è costata cara ad un uomo di Napoli: per la precisione, ben 3.000 euro, questo l’importo della multa che Antonio Fornabaio – musicista originario di Matera – dice di aver ricevuto dalla Polizia Municipale per una violazione delle misure restrittive per Coronavirus. L’episodio risale al 20 marzo ed è occorso nei pressi di Villa Pignatelli nel quartiere Chiaia di Napoli: l’uomo è stato intercettato dai vigili mentre passeggiava tenendo per mano il figlio, un bambino di quattro anni. Gli agenti gli hanno prima domandato cosa facesse a passeggio nonostante le misure di zona rossa e successivamente gli hanno anche presentato la salata multa. L’uomo sostiene che l’accaduto è ingiustificabile e che la sanzione deriva dall’incontro casuale con alcuni conoscenti sulla strada per raggiungere l’edicola dove doveva fare degli acquisti con il bambino. Fermandosi a parlare con dei conoscenti per pochi minuti nei pressi del parco infatti, Antonio avrebbe causato un assembramento, per i vigili: “Se non può neanche scendere sotto casa, per dieci minuti a fare due passi, allora vuol dire che manca buonsenso“, le parole di Antonio.
L’uomo – che pagherà i 3.000 euro se dovesse aspettare 60 giorni per saldare la fattura – ritiene la multa eccessiva per aver soltanto portato il figlio a fare una passeggiata: “Se fossi stato lì con il mio amato cane al guinzaglio probabilmente nessuno mi avrebbe rimproverato nulla. Questa è la situazione oggi dei bimbi in Italia”, protesta l’uomo raccontando l’episodio. Antonio sarebbe stato fermato da un vigile che gli avrebbe contestato la violazione. Poco lontano, si stava svolgendo una manifestazione dei “No mask” che aveva provocato un assembramento ben peggiore, cosa che l’uomo ha fatto notare all’agente che si è indispettito. In quel momento, sono arrivati i rinforzi: “Siamo stati 25 minuti dietro la mia multa. Ho fatto anche un video perché non capivo cosa mi stessero contestando: attività ludica, ma nessuno aveva una bicicletta o un pallone. Attività ludica a questo punto può essere qualsiasi cosa”, conclude il suo racconto l’uomo che intende comunque presentare ricorso al Tar. Le restrizioni della zona rossa fanno dunque un’altra vittima: da quando le misure restrittive sono entrate in vigore, molte persone hanno presentato ricorsi simili o si sono tassativamente rifiutate di pagare la multa, ritenendo illegittimo il Dpcm.