Il segretario di Stato del Belgio si è lasciato sfuggire i prezzi dei vaccini anti Covid. Le differenze tra l’uno e l’altro sono notevoli.
Il Ministero della Salute informa che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 23.987 unità e portano il totale a 3.488.619. Nelle ultime ventiquattro ore 457 morti che fanno salire le vittime a 107.256 e 19.764 guariti che raggiungono quota 2.814.652. Totale persone vaccinate: 2.787.749.
I casi attualmente positivi salgono a 566.711. I pazienti ricoverati sono 28.472, +48 mentre in terapia intensiva 3628 assistiti, + 8 da ieri.
I vaccini anti Covid sono diventati ormai argomento sulla bocca di tutti. Tra i sostenitori e i detrattori, tra infermieri no vax e medici – come l’infettivologo Matteo Bassetti – che vorrebbero una legge per obbligare i sanitari a vaccinarsi, la confusione cresce di giorno in giorno. Ciò di cui si parla poco, però, sono le differenze tra un vaccino e l’altro. Già perché Pfizer, Moderna, AstraZeneca, Johnson&Johnson – i quattro fino ad ora approvati dall’Agenzia europea per il Farmaco – sono profondamente diversi tra loro in quanto sfruttano tecnologie diverse per indurre l’immunità nel corpo umano.
Il primo che ha ricevuto il via libera dall’Ema è stato il BioNTech-Pfizer che, per ammissione degli stessi medici che lo hanno sviluppato, è stato creato nel giro di 48 ore. Esso è quello che è stato inoculato a gran parte degli scienziati che si sono esposti in questi mesi: dal microbiologo dell’Università di Padova Andrea Crisanti al virologo dell’Università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco. Il siero BioNTech- Pfizer, come anche il concorrente di Moderna, si avvalgono della tecnica RNA messaggero o mRNA. Si tratta – come il professor Crisanti ha recentemente spiegato – di una tecnologia nuova, ancora da approfondire ma dal potenziale grandissimo. In pratica Pfizer e Moderna inducono l’organismo a produrre anticorpi contro il Covid, senza iniettare nel corpo alcun virus. In virtù di questa portata innovativa, le due case farmaceutiche hanno brevettato i loro vaccini.
Il vaccino anglo svedese AstraZeneca, invece – formulato in collaborazione con l’Università di Oxford – come anche Johnson&Johnson, funzionano come i vaccini tradizionali: viene iniettato nel corpo umano un siero – innocuo per l’uomo – al fine di stimolare gli anticorpi. Avvalendosi di tecnologie diverse, cambiano radicalmente anche le temperature di conservazione. Pfizer e Moderna richiedono una conservazione parecchi gradi sotto zero: – 70 Pfizer e – 20 Moderna. Mentre AstraZeneca e Johnson&Johnson si mantengono ad una temperatura compresa tra i 2 e gli 8 gradi. E, in ultimo, cambiano i costi. Il prezzo dei vaccini sarebbe dovuto rimanere segreto ma, per eccesso di zelo, il segretario di Stato del Belgio, Eva De Bleeker, in un tweet, si è lasciata sfuggire quanto ogni singola dose costa all’Unione europea.
Il più economico è AstraZeneca: 1,78 euro a dose. Segue Johnson&Jonson: 6,93 euro. In penultima posizione Pfizer: 12 euro. Il più costoso è l’americano Moderna che costa all’Europa quasi 15 euro per ogni fiala. In pratica una dose di Moderna costa quanto 7 dosi di AstraZeneca. Per questo motivo il professor Andrea Crisanti ha recentemente spiegato che non saranno vaccini costosi come Pfizer e Moderna a immunizzare il mondo e a tirarci fuori dal Coronavirus proprio perché, in virtù del loro prezzo elevato, i Paesi del terzo mondo non potranno mai acquistarli. A detta dell’esperto, quindi, bisogna puntare sui vaccini più economici come AstraZeneca e il russo Sputnik che funziona con lo stesso meccanismo ed è in attesa dell’approvazione dell’Ema.
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