“Mio figlio non è aggressivo” dice la madre del 15 enne che ha accoltellato Marta

Marta Novello si è svegliata. La ragazza, ricoverata presso l’ospedale Cà Foncello di Treviso, era stata aggredita da un sedicenne, che l’ha colpita con venti coltellate: si indaga sul movente.

Marta Novello svegliata
Marco Di Lauro/Getty Images/Archivio

Marta Novello, la ragazza colpita con venti coltellate mentre faceva running in un’area fuori mano del comune di Marocco di Modigliano Veneto, in provincia di Treviso, si è svegliata. Ricoverata in rianimazione all’Ospedale Cà Foncello e sottoposta ad un intervento chirurgico ai polmoni, Marta ha ripreso conoscenza e ha ricominciato a respirare autonomamente. La studentessa ventiseienne ha potuto parlare, anche se solo per pochi minuti, con i propri genitori e il peggio, per lei, sembra finalmente essere alle spalle.

A guardare con soddisfazione a questa novità sono anche gli inquirenti, visto che non appena sarà più in forze, la giovane potrà fornire la propria versione dei fatti. Anche perché qualcosa non torna, nella prima ricostruzione sulle cause che avrebbero spinto un ragazzo di 15 anni ad accoltellarla, raggiungendola alle spalle con una bici, mentre Marta correva, e colpendola ripetutamente. Il movente inizialmente ipotizzato, quello di una rapina finita male, appare poco convincente agli occhi di chi indaga.

Che il giovanissimo aggressore avesse bisogno di soldi, probabilmente per acquistare stupefacenti, sembrerebbe essere confermato dai primi riscontri ottenuti dai Militari dell’Arma. Ma nonostante questa informazione, rimane da spiegare per quale ragione il ragazzo, invece di limitarsi a rapinare la sua vittima, si sarebbe scagliato su di lei con tanta ferocia.

Marta non aveva soldi, ed era evidente

A rendere ancor più oscura la vicenda, c’è un dettaglio tutt’altro che secondario: Marta, uscita di casa per fare attività fisica poco prima delle 17 di lunedì 22 marzo, non aveva portato con sé la borsa. Facile capire dunque che la ragazza non potesse avere con sé grandi quantità di denaro. Ma c’è di più: pur volendo seguire l’ipotesi della rapina finita nel sangue, perché l’aggressore avrebbe colpito la sua vittima con una serie di fendenti ancor prima di provare a sottrarle l’eventuale refurtiva? A ciò si aggiunge il fatto che l’aggressione sia avvenuta in pieno giorno, in una strada abbastanza frequentata; in un contesto, insomma, in cui le possibilità di essere intercettato da passanti e podisti erano particolarmente elevate.

Gli amici descrivono l’aggressore come giovane tranquillo, uguale a tanti altri ragazzi della zona, nonostante avesse alle spalle un passato difficile, segnato dall’assenza del padre, andato via di casa senza neanche riconoscerlo.

Quel giorno l’adolescente sarebbe uscito di casa da solo, subito dopo pranzo, in sella alla sua bici e portando con sé un coltello da cucina di 10 centimetri: a poche centinaia di metri da casa, l’incontro con Marta e l’aggressione, inspiegabile e, apparentemente, immotivata. Qualche ora dopo, a delitto già compiuto, in una chat che l’aggressore condivide con alcuni suoi coetanei compare la mamma del ragazzo che, preoccupata dalla sua assenza, chiede notizie: “Se mio figlio è lì, ha dimenticato il telefono a casa” . Lapidaria, poco dopo, la risposta di un amico: “Non sappiamo dove sia“. La donna si preoccupa, visto che il figlio non si separa mai dal proprio smartphone: in quel momento, il giovane è già stato fermato dai Carabinieri.

Le parole della madre

Quello che ha fatto mio figlio è terribile – ha dichiarato la madre dell’adolescente -. Mi dispiace così tanto“. E’ una donna sola: il padre se n’è andato prima che venisse al mondo ed è stata lei a crescerlo, aiutata dal fratello e dai genitori. “Non abbiamo problemi, io lavoro e non gli faccio mancare nulla. Non si droga e non abbiamo problemi economici”. Prova allora a fare qualche ipotesi per un gesto che rimane inspiegabile: “Mio figlio a scuola aveva buoni voti, poi è cominciata la didattica a distanza ed è cambiato – racconta -. Negli ultimi tempi aveva grosse difficoltà a seguire le lezioni, non sopportava di restare chiuso in casa. Non riusciva a trovare un equilibrio“.

La donna racconta la sua incredulità dinanzi a resoconto dell’aggressione “Appena ho aperto la porta ho visto i carabinieri e ho pensato a un incidente. Mi hanno detto dell’aggressione e non volevo crederci, non mi ero accorta che in casa mancava un coltello da cucina. Mio figlio non era mai stato violento, io non potevo crederci“.

“Non è stata una rapina”

Non è stata una rapina, li hanno visti camminare insieme per 200 metri. Forse lui l’ha seguita“, ripetono, sconvolti, gli amici di Marta in paese. Una testimonianza della quale non è trapelato nulla ma che potrebbe avvalorare la tesi che la studentessa ventiseienne non fosse una vittima casuale di un accesso d’ira improvviso e privo di motivazioni. Anzi, alla base dell’aggressione potrebbe esserci proprio un rancore covato dal giovane, magari per essere stato respinto da Marta dopo un tentativo di approccio. Tuttavia la madre esclude che Marte ed il figlio si conoscessero.

Intanto, l’aggressore rimane in stato di fermo con l’accusa di tentato omicidio, mentre il suo legale, l’avvocato Matteo Scussat fa sapere che il giovane è intenzionato a collaboraree spiega che il ragazzo, che si trova nel Centro di prima accoglienza di Treviso, è “dispiaciuto e consapevole” della gravità del suo gesto. “Il pensiero della famiglia va alla ragazza e ai suoi cari“, spiega ancora Scussat.

Gestione cookie