Una conseguenza imprevista dello smart working è l’aumento della richiesta dei servizi di baby sitter in tutto il paese. Ma i genitori ora hanno un altro problema.
Sono tempi difficili per chi ha uno o più figli: se lo smart working poteva dare ai genitori la possibilità di passare più tempo con i propri bambini, la didattica a distanza ha di fatto costretto molti di essi a ricorrere ai servizi di baby sitter anche solo per le ore pomeridiane, visto il coprifuoco che impedisce qualsiasi spostamento dopo le ore 22:00 ormai da mesi. Statistiche raccolte negli ultimi mesi fanno sapere che i genitori italiani hanno sempre più bisogno di tate e baby sitter. Lo spiega Sitty.it, uno dei siti più quotati in tutta Italia per la gestione di questo particolare settore lavorativo che ha fatto registrate il 14,5% in più di commissioni ed oltre il 10% in più di iscrizioni extra da quando le restrizioni dovute al Covid hanno portato sempre più genitori a lavorare da casa e la quasi totalità dei figli a non poter passare le solite 6/8 ore tra le mura di una scuola. Questa esplosione di nuove prenotazioni non è comunque paragonabile a quella occorsa a fine febbraio: scoprendo che le scuole sarebbero state chiuse in zona rossa, tanti genitori si sono rivolti ai servizi dei professionisti del settore, non potendo fare altrimenti perchè impossibilitati nel lasciare magari i figli ad un parente. In quel caso, l’orario più richiesto per i servizi in questione è stato quello mattutino compatibile con le lezioni scolastiche.
Il 70% dei genitori in cerca di una tata – fa sapere il sito – ha un’età compresa tra i 24 ed i 35 anni, il che lascia presumere che in molti casi si tratti di genitori con figli molto piccoli. Ma quanto costa una baby sitter in tempi di Covid? I prezzi – non hanno fatto altro che aumentare con la maggiore richiesta di prestazioni: a nord, il costo è molto più alto con i tutori di Milano che chiedono in media 9 euro e 50 centesimi all’ora. Non va meglio a Genova ed Aosta dove per un ora un baby sitter può chiedere anche 10 euro tondi tondi per un’ora di lavoro. Denaro che comunque i genitori sono più che disposti a chiedere, pressati dagli obblighi lavorativi anche a casa e anche solo per il pomeriggio e la mattina: “Molti genitori ci chiedono se le baby sitter sono disposte a lavorare anche in questo periodo. La risposta è certamente sì, anche perché il lavoro domestico è sempre stato permesso dai diversi Dpcm”, rivela il Ceo del gruppo Sitty Jules Van Bruggen, specificando che il 46% degli iscritti al sito ha figli tra gli 0 ed i 4 anni. Ad avere più bisogno dei servizi del personale di Sitty – e difficoltà a trovarne – sono le categorie in prima fila contro la pandemia come infermieri, operatori sanitari e medici di tutti i settori. La paura di contagiarsi con il Coronavirus entrando in contatto con chi è stato ore in ospedale supera anche la prospettiva di un guadagno relativamente elevato.
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