Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha deciso di prendere in mano la situazione drammatica del paese con il Decreto Sostegni, del valore di miliardi.
Con settori come quello della ristorazione che rischiano di non rialzarsi dalla batosta delle chiusure per Covid, il Governo di Mario Draghi deve muoversi in fretta, cosa che intende fare grazie al nuovo Decreto Sostegni, un provvedimento del valore di decine di miliardi di euro volto a risollevare in fretta le sorti di tutti quei lavoratori che da quando è cominciata la pandemia un anno fa sono letteralmente sprofondati in un incubo che sembra non avere fine. “Questo decreto è una risposta significativa molto consistente alle povertà, al bisogno che hanno le imprese e ai lavoratori. È una risposta parziale ma il massimo che abbiamo potuto fare all’interno di questo stanziamento”, ha spiegato lo stesso Presidente del Consiglio presentando il Decreto Sostegni in conferenza stampa, in una delle poche apparizioni pubbliche ufficiali degli ultimi giorni del politico. Il premier Draghi ha poi elencato nel dettaglio il piano per aiutare i lavoratori in crisi.
“Questo è un anno in cui non si chiedono soldi, si danno soldi, verrà il momento di guardare al debito ma non è questo il momento, di pensare al Patto di stabilità”, fa sapere il Premier e infatti nel Decreto Sostegni sono contenute le misure per investire 32 miliardi di euro. Il primo passo – spiega Draghi – è sostenere la cassa integrazione con effetto immediato, coprendo anche parzialmente il buco creatosi a causa del Covid negli aiuti statali, con la proroga dello strumento che può essere richiesto da qualunque azienda che abbia subito perdite fino a fine anno. Il Decreto Sostegni conferma la rottamazione di quasi la metà delle cartelle esattoriali in giacenza dal 2000 al 2010: “E’ chiaro che sulle cartelle lo Stato non ha più funzionato, uno Stato che ha permesso l’accumulo di milioni e milioni di cartelle che non si possono esigere: bisogna cambiare qualcosa”, dice senza giri di parole Mario Draghi, riconoscendo che la situazione economica nel paese ha bisogno di una decisa svolta. Tuttavia, c’è una sostanziale modifica al testo iniziale del provvedimento: se inizialmente Draghi aveva parlato di rottamare ben 61 milioni di cartelle esattoriali ovvero circa metà di quelle in giacenza, con questo primo provvedimento il premier andrà ad eliminarne circa 16 milioni, per il momento. Questo perchè sono stati esclusi dal provvedimento i redditi sopra i 30.000 euro e ben cinque anni di cartelle – il quinquennio 2010/2015 inizialmente incluso nella manovra: il provvedimento coprirà fino al 2010.
In ogni caso, ora che il Consiglio dei Ministri ha ufficialmente approvato il provvedimento, 11 miliardi di euro a fondo perduto dovrebbero partire entro la fine di marzo per sostenere i settori più colpiti dalla crisi – ristorazione, turismo e via dicendo – dopo i ritardi dovuti alla crisi di Governo. Le soglie per ottenere gli indennizzi sono cambiate: per la persona fisica, si parla di 1.000 di fatturato minimo mentre per le imprese si arriva fino ai 10 milioni di euro, con una suddivisione per 5 fasce di perdita economica che vanno dal 20% al 60%. Un miliardo e mezzo sarà destinato al risanamento della situazione economica dei lavoratori autonomi mentre gli enti locali atterrano un miliardo più altri 800.000 euro destinati necessariamente al potenziamento del trasporto pubblico, prioritario per rispettare il distanziamento sui mezzi pubblici. Come era prevedibile, anche alla Sanità sarà destinata una grossa fetta del denaro stanziato dal Governo: si parla di 5 miliardi di euro con poco meno della metà di questa cifra destinata all’acquisto dei vaccini e dei farmaci contro il Coronavirus.
Per finire, nonostante quanto emerso nei mesi precedenti all’approvazione del Decreto Sostegni, il Reddito di Cittadinanza e quello di Emergenza resteranno in vigore – con rispettivamente un miliardo ed un miliardo e mezzo di euro di fondi in più – così come il ruolo dei navigator che avranno un rinnovamento del contratto fino al 31 dicembre 2021: una proroga forse dovuta all’emergenza attuale che rende molte categorie di cittadini vulnerabili dal punto di vista economico. A febbraio 2021, 2,3 milioni di persone sono risultate idonee a ricevere il Reddito di Cittadinanza. Forse, anche questa ampia diffusione dello strumento di assistenza sociale ha spinto il premier a rimandare i piani per smantellarlo come voleva inizialmente fare.
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