Ispezioni negli obitori d’Italia e non sembra vero: sangue a terra e bare abbandonate

Le ispezioni del Nas in numerosi obitori italiani svolte nelle ultime ore hanno accertato alcune situazioni di estremo degrado, dando il via a decine di denunce.

Nas obitori 18 marzo 2021 leggilo.org
Getty Images/Hristo Rusev

Scenari sconcertanti quelli che si sono trovati di fronte gli uomini del Nas dei Carabinieri negli obitori ispezionati in numerose località di tutta Italia: dal nord a Torino fino ad arrivare al sud a Lecce e Palermo, i controlli condotti dagli agenti hanno evidenziato purtroppo più di una situazione in cui le norme igieniche in merito al contenimento delle salme non sono state rispettate in modo più o meno grave. I controlli – spiegano i militari – sono partiti proprio a causa della pandemia di Coronavirus che ha reso il controllo e l’allestimento delle salme delle persone sfortunatamente decedute per la malattia sempre più arduo e difficile: basti ricordare il terribile caso di Bergamo in cui servirono autocarri militari solitamente usati per trasportare armi e munizioni per spostare le migliaia di salme presso l’obitorio di alcuni ospedali lombardi. I controlli del Nas su centinaia di obitori – precisamente 375 strutture adibite al contenimento di salme in attesa di tumulazione – hanno portato ad almeno 23 denunce per 68 irregolarità in tutto il paese. Le sanzioni penali ed amministrative sono invece state ben 102. La maggior parte delle violazioni sono legate a ragioni strutturali come ad esempio piastrelle pericolanti, infiltrazioni di muffe all’interno dei locali e via dicendo: ma sono stati trovati anche casi molto più gravi di disattenzione per le norme igieniche.

A Pescara e Ragusa le denunce sono partite per varie violazioni delle norme igieniche: nel primo caso, sono state rinvenute macchie di sangue sul pavimento dello stabile e addirittura liquidi non identificati fuoriusciti dai feretri mentre nel secondo le bare stesse sono state ritrovate accatastate in modo non conforme alle regole in attesa di tumulazione. A Lecce e Latina, due chiusure dovute nel primo caso ancora allo scarso igiene del locale in questione e nel secondo all’accertamento che il proprietario della ditta di pompe funebri avrebbe gestito anche un servizio sanitario per disabili, due attività non compatibili dal punto di vista legale. A Bologna e Palermo sono state invece disattese secondo gli agenti del Nas le regole di disinfezione per le salme delle vittime di Covid negli obitori, azione ritenuta pericolosa per ulteriori contagi. Ma non tutti i casi di violazione delle norme sono dovuti al Coronavirus: a Torino infatti il responsabile di un obitorio è stato deferito dopo il ritrovamento di una salma risalente addirittura al 1992, mai tumulata. Per finire, tra gli ambienti chiusi risulta anche la camera mortuaria di un ospedale di Potenza che non avrebbe avuto un sistema di areazione a norma per la struttura che ospita le persone decedute. Una serie di violazioni spesso legate alla pandemia – che continua a creare situazioni di difficoltà su tanti fronti – su cui ora verteranno le indagini di chi di dovere.

 

 

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