Il microbiologo Andrea Crisanti contesta la scelta del Governo italiano di sospendere la somministrazione del vaccino AstraZeneca, definendola una “reazione da panico“.
La decisione presa due giorni fa dal Governo italiano di sospendere – in linea con quanto fatto da quasi tutti gli Esecutivi europei – la somministrazione del vaccino anti-Covid prodotto da AstraZeneca in attesa di ulteriori controlli effettuati dall’Ema – che darà oggi il suo responso finale – ha suscitato diverse polemiche. La quasi totalità degli esperti ritiene che il trattamento realizzato dalla casa farmaceutica anglo-svedese possa ritenersi perfettamente sicuro ed è convinta che le morti ritenute sospette non siano, in realtà, altro che semplici coincidenze. Una posizione espressa, negli ultimi giorni da diversi virologi di primissimo piano: da Fabrizio Pregliasco a Ilaria Capua, passando per Massimo Galli.
Andrea Crisanti, microbiologo presso l’Università di Padova, si è espresso sull’intervento del Governo Draghi, definendo la decisione di sospendere la vaccinazione con AstraZeneca come una “reazione da panico“. Crisanti, intervistato ieri da SkyTg24, ha affermato che “il Cts non è stato neanche consultato per prendere queste decisioni” e che, per quel che riguarda i presunti effetti collaterali legati al siero anglo-svedese, non vi sarebbe “nessuna evidenza scientifica: tutte le decisioni politiche non sono supportate da prove tangibili. E adesso chi le ha prese se ne assume la responsabilità perché nessun organo scientifico si è pronunciato contro il vaccino AstraZeneca“.
Le conseguenze cui fa riferimento Crisanti sono chiare: un rallentamento evidente nella campagna vaccinale e una sostanziale pubblicità negativa al farmaco AstraZeneca, nei confronti del quale è esponenzialmente cresciuta la diffidenza della popolazione, con migliaia di disdette di prenotazioni effettuate. “L’Inghilterra ha vaccinato 11 milioni di persone e non è successo niente“, ha proseguito Crisanti.
Il microbiologo non ha dubbi sul fatto che la scelta – politica – di sospendere le somministrazioni sia stata affrettata e probabilmente fuori luogo “Sono stupidaggini. Si tratta di 5 o 6 casi ogni milione, pochissimi, non c’è nessuna correlazione causale se non una relazione temporale che è necessaria ma non sufficiente per stabilire una relazione causale“, spiega, precisando che “fare le autopsie non serve a nulla, è solo un problema di analisi statistiche su grandi numeri che per ora non ci supportano sulla base delle conclusioni raggiunte“.
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