L’ex presidente Aifa su AstraZeneca: “Non dovevamo sospenderlo. Così perderemo la fiducia dei cittadini”

In un’intervista a Tpi, l’ex direttore dell’Aifa Luca Pani si sfoga per la decisione presa sul vaccino AstraZeneca, definita sconcertante e frutto di una scelta sbagliata.

Aifa AstraZeneca 17 marzo 2021-2
Getty Images/Chris Ratcliffe

Sospendere un vaccino su cui si basa il 50% della campagna vaccinale europea come quello di AstraZeneca è una decisione pessima per Luca Pani, ex presidente dell’Aifa che si sfoga in merito ad una decisione definita “di comodo” e poco perspicace. Il professore che si era espresso tempo fa in merito alla vaccinazione contro il Covid esprimendo la sua fiducia nella campagna e nei farmaci torna ora a farsi sentire in un’intervista esclusiva rilasciata a Tpi: “Io temo che la sospensione peggiori gli aspetti psicologici delle persone. Non sarebbe stato precauzionale considerare anche l’impatto sulla gente? Questo è il mio concetto”, afferma l’ex direttore dell’Aifa parlando di AstraZeneca e dei casi presunti di decessi ancora non ufficialmente legati al medicinale. A detta del medico, sarebbe stato molto meglio strutturare un’indagine a porte chiuse con i colleghi britannici che sono già molto informati sul farmaco: “Io avrei chiesto maggiori informazioni agli inglesi, che sono quelli che hanno più esperienza nel mondo, perché hanno somministrato circa 26 milioni di dosi. Avrebbero potuto fornirci subito i numeri degli effetti collaterali, perché hanno una rete di farmaco vigilanza che fa paura”, prosegue Pani. E in effetti, i medici del College di Oxford hanno già reso pubblica la loro opinione in merito allo stop.

Alla domanda se sia davvero possibile che le massime autorità sanitarie di numerosi paesi europei abbiano ritenuto voluttuario un confronto con i colleghi inglesi, Pani risponde così: “l’Aifa avrebbe dovuto aspettare la revisione dell’Ema e poi agire. Invece non è stato così”, aggiungendo che forse la causa di questa scarsa collaborazione con il Governo di oltremanica potrebbe essere dovuta alla recente Brexit che ha forse raffreddato i rapporti con Londra. “Ma gli inglesi con 26 milioni di vaccinati ancora non se ne sono accorti? Loro che la farmaco vigilanza la sanno fare? Non lo so. A me sembra strano“, prosegue il professore riguardo l’ipotesi che il vaccino possa davvero causare degli episodi di trombosi nei soggetti vaccinati, parlando di una scelta “politica ed emotiva” presa scavalcando l’autorità dell’Aifa in favore di quella dell’Ema. Riguardo i possibili ritardi nella campagna di vaccinazione, per Pani il rischio non è tanto aver perso 72 ore bensì la fiducia dei cittadini: “Non doveva succedere, ma poco danno. Se invece la gente non si vuole più vaccinare, ecco questo sarà un problema“. Molte persone infatti, avevano già provveduto a disdire la prenotazione per AstraZeneca prima dello stop dell’Ema.

Ad essere ancora più infuriato per uno stop definito inspiegabile è il giornalista di Tpi Luca Telese che si sfoga così in un articolo sul giornale: “Uccidere la reputazione di questo vaccino significa uccidere un piano vaccinale continentale. Adesso vi voglio dire una cosa semplice e dritta, e dovete farvi una domanda. Perché? A chi conviene tutto questo?“. Telese considera la decisione dello stop una mossa populista e demagogica che – secondo il giornalista – finisce per favorire i concorrenti di AstraZeneca: “Così il risultato è che l’unico vaccino che costava due euro e mezzo viene demonizzato. Riavvolgete la pellicola del film e ricordatevi cosa è successo: AstraZeneca costava meno ma è stato autorizzato per ultimo“, si sfoga l’autore dell’articolo ricordando che la paura farà si che il virus non faccia che continuare a mietere vittime.

 

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