Molti italiani, tra le altre cose, hanno paura di non poter visitare i parrucchieri per mesi come successo a marzo 2020 per via della zona rossa. Ecco cosa è consentito.
Parrucchieri, estetisti ed altri esercizi commerciali del settore dei servizi alla persona sono da oggi chiusi nei territori giudicati come zona rossa: una situazione che sembra sicuramente molto familiare dato che è la stessa cosa che avvenne esattamente un anno fa, quando il lockdown partito a marzo – tra le molteplici e gravissime conseguenze di stampo sociale ed economico – diede un durissimo colpo anche al settore in questione lasciando inoltre a milioni di italiani la scelta tra rimanere senza un taglio di capelli per mesi o darsi al fai da te casalingo. Memori di questa esperienza, molti residenti delle Regioni che da oggi, lunedì 15 marzo, sono in zona rossa hanno pensato bene di portarsi avanti e di andare in “lockdown” con il taglio già fatto: alcune fonti riportano infatti che parrucchieri ed estetisti in zona rossa hanno fatto registrare un boom nelle prenotazioni nei giorni precedenti all’entrata in vigore delle nuove norme di distanziamento sociale che impediscono pressoché a tutti i negozi considerati non essenziali di operare. I territori in cui i professionisti dei servizi alla persona come parrucchieri, estetisti e tatuatori non potranno operare sono Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Veneto e la Provincia autonoma di Trento che si vanno ad aggiungere a Campania e Molise, Regioni già in zona rossa da settimane. In queste Regioni, dal 15 marzo al 6 aprile non sarà possibile visitare nessuno degli esercizi commerciali che forniscono servizi alla persona.
E’ un parrucchiere operante in zona rossa a raccontare cosa è successo nell’ultimo week end prima delle chiusure: “Questa volta, i clienti sanno cosa lì aspetta e molti sono stati davvero a disagio in quelle lunghe settimane. Le signore soprattutto per le ricrescite, trovarsi con i capelli bianchi non è mai piacevole. Ma anche gli uomini ne hanno risentito”, racconta l’uomo spigando che tra le tante preoccupazioni del caso, molti suoi clienti hanno voluto quanto meno togliersi l’imbrega di non poter tagliare i capelli per settimane, forse per mesi qualora le misure dovessero venire inasprite ad aprile. Ma al di là dei fastidi per i clienti, le chiusure in zona rossa portano anche gravi perdite economiche: solo i parrucchieri in tutta Italia hanno registrato un calo del fatturato pari al 30%, una tendenza che nemmeno il boom di prenotazioni negli ultimi gironi ha potuto totalmente invertire. Infatti, si stima che le chiusure in zona rossa costeranno complessivamente al settore altri 29 milioni di euro. Una situazione che non riguarda però quelle Regioni che si trovano in zona arancione: in quei territori, i servizi alla persona saranno infatti sempre garantiti, salvo inasprimento delle misure restrittive. Ma c’è anche la possibilità – non ufficialmente confermata dal Governo che vuole una Pasqua blindata – che dopo due settimane in zona rossa o arancione quelle Regioni che dovessero registrare un calo dei contagi potrebbero scendere di fascia e valutare una riapertura di alcuni esercizi commerciali: con l’esecutivo precedente, ciò è successo più di una volta.