A Lodi un chiaro caso di disattenzione in ospedale ha permesso ad un anziano di tornare a casa, consentendo al virus di difendersi in un nucleo familiare.
Una disavventura che poteva finire molto peggio quella di un anziano di Lodi che, recatosi in ospedale per controlli relativi al Covid, ha finito per portare la malattia tanto temuta proprio a casa, contagiando tutti i familiari più stretti nel giro di pochi giorni. La vicenda risale al 12 febbraio: l’uomo, un 70enne con una patologia polmonare pregressa, si è trovato a fare i conti con sintomi paragonabili a quelli del virus che gli rendevano la respirazione estremamente difficoltosa. Immediatamente, l’anziano è stato ricoverato presso l’Ospedale Maggiore di Lodi dove a causa dell’affollamento dei reparti ha atteso per un paio di giorni il ricovero nel reparto “no covid” proprio per prevenire un contagio su una persona non infetta e soprattutto appartenente ad una categoria a rischio.
Tuttavia, qualcosa è andato storto il 17 febbraio, giorno in cui i parenti dell’anziano sono venuti a prenderlo direttamente in ospedale: “Quel pomeriggio è andata mia moglie in ospedale a recuperare mio suocero e riportarlo a casa. Nessuno dal reparto, però, le aveva detto che stavano aspettando l’esito del tampone e di metterlo in isolamento”, racconta il genero dell’uomo, un 48enne che lavora come impiegato. L’uomo ha spiegato che l’anziano, dopo che le sue condizioni erano apparse stabili, era stato preparato per la dimissione dal centro medico: tuttavia, nessuno a quanto pare si sarebbe preoccupato di fornirgli un tampone per accertare la sua negatività al virus che ha evidentemente contratto in ospedale in barba alle precauzioni adottate. Da lì, il contagio ha raggiunto tutti i suoi familiari più prossimi: “Hanno dimesso mio suocero dall’ospedale senza aspettare l’esito del tampone: solo dopo tre ore abbiamo saputo che era positivo. Io, mia moglie e mia figlia siamo positivi”, denuncia il 48enne che ricevuta la notizia si è visto costretto a mettersi in quarantena in attesa del test. A subire le conseguenze peggiori della vicenda però sarebbe stato proprio il 70enne, costretto a fare ritorno una seconda volta in ospedale, stavolta in un reparto di terapia intensiva: infatti, l’anziano ha avuto bisogno dell’ossigeno per via della sua patologia pregressa. Dall’Ospedale Maggiore per ora, nessun commento sulla vicenda.