Benno Neumair, ai genitori fu consigliato di chiudersi a chiave di notte

Dopo aver confessato il duplice omicidio dei genitori, avvenuto a Bolzano ad inizio gennaio, emergono inquietanti dettagli della vita del 30enne Benno Neumair da parte della sorella, le sue azioni violente erano sempre più frequenti.

Facebook / Benno Neumair

Peter Neumair e Laura Perselli, i coniugi uccisi vicino Bolzano dal figlio Benno Neumair, vivevano in uno stato di allerta e paura ormai da anni, era stato infatti consigliato loro di chiudersi a chiave nella camera per evitare possibili scatti d’ira, che sarebbero potute tramutarsi in aggressioni, da parte del figlio. Dopo i primi episodi di minacce con armi contundenti, avvenuti già in tenera età ed un trattamento sanitario obbligatorio locale, corrispettivo all’italiano TSO, nell’estate 2020 a Benno Neumair era stata diagnosticata schizofrenia paranoide.

L’unica superstite della famiglia, Madé Neumair, la sorella del ragazzo, non aveva mai avuto dubbi sulla sua colpevolezza. La pericolosità del ragazzo era infatti ormai chiara da anni e, forse per tutelare il filgio, non erano mai state prese decisioni drastiche dalla famiglia. Ma le indagini, ancora in corso, non sono ancora concluse e gli inquirenti stanno cercando di capire se il folle gesto sia stato premeditato dal giovane.

In merito alla confessione dell’omicidio da parte di Benno, Madè Neumair si dice in qualche modo “sollevata”, se pur nel tremendo dolore che sta vivendo Le parole le ha scritte nero su bianco in una lettera che ha indirizzato ai giornali. La sua paura più grande era infatti quella che la verità non fosse mai scoperta, ma in tutto questo tempo ha mantenuto calma e concentrazione perchè il fratello non avesse via di scampo, continuando a sostenere fortemente la sua colpevolezza durante gli interrogatori. Nei giorni successivi la scomparsa dei genitori la bolzanina aveva infatti dovuto ascoltare le fredde lamentele del fratello per l’irritazione delle “strane domande” che giornalisti e militare gli facevano ed i tentativi di depistaggio, rivelatesi poi menzogne, che il trentenne dichiarava durante le interviste.

Nonostante i legali del giovane Neumair sostengano che il ragazzo sia pentito del gesto, chiedendo per lui l’incidente probatorio e cercando di perseguire la via dell’incapacità di intendere e di volere, la sorella Madè non crede affatto al pentimento del fratello. La giovane sostiene che la confessione del duplice omicidio dei genitori, avvenuta subito dopo il ritrovamento del corpo della madre nel fiume Adige, non sia dovuta ad un crollo psicologico per essersi reso conto del suo gesto ma perchè le prove indiziarie contro di lui erano ormai schiaccianti.

Continuano intanto le ricerche del corpo del padre Peter Neumair e della verità sull’omicidio di Bolzano che Madè Neumair invoca con forza “Nessuna possibile condanna potrà mai compensare quello che in poche ore mi è stato tolto a mani nude” ha detto la sorella.

 

 

 

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