Il monitoraggio di oggi della cabina di regia dovrebbe portare gran parte delle Regioni d’Italia in zona arancione o rossa. Intanto, sempre in giornata, il Governo potrebbe varare un nuovo decreto per blindare le vacanze di Pasqua.
L’Italia si avvia ad una nuova, quasi totale chiusura. La terza ondata è ormai una realtà da affrontare, come dimostra la rapida e costante crescita della curva epidemiologica, e nella giornata di oggi le ordinanze che firmerà il Ministro della Salute Roberto Speranza porteranno la maggior parte delle Regioni in zona arancione e rossa. La crescita dell’indice Rt oltre la soglia di rischio preoccupa e spinge quasi tutto il Paese verso l’inserimento nelle fasce di maggiore rischio, con la conseguente chiusura di attività commerciali, bar e ristoranti, e il ritorno alla didattica a distanza per milioni di studenti.
Nella giornata di oggi il Governo dovrebbe anche procedere al varo di un decreto attraverso il quale si andranno a inasprire le misure introdotte dal primo Dpcm Draghi, blindando anche i giorni delle vacanze di Pasqua. I dati di ieri, oltre a confermare un trend inquietante, portano l’Italia dritta a nuove, inevitabili chiusure. A queste si aggiungerà presto anche il nuovo parametro, contenuto nel decreto in discussione oggi, che farà scattare chiusure automatiche per le attività commerciali nei territori che, nell’arco di una settimana, facciano registrare più di 250 nuovi casi ogni 100 mila abitanti.
“Già la settimana scorsa abbiamo puntato l’indice sull’Rt che stava aumentando e di fatto, in diverse Regioni, vediamo la circolazione delle varianti, soprattutto inglese e brasiliana, che circolano rapidamente“, ha spiegato ieri sera il direttore della Prevenzione del Ministero della Salute Giovanni Rezza. Sulla base della norma attualmente in vigore, un indice Rt pari a 1 è sufficiente a far passare in arancione le Regioni, con l’ingresso in zona rossa che scatta, invece, a partire dalla soglia di 1,25. Secondo i dati registrati nella giornata di ieri, a rischiare il passaggio in rosso sarebbero diversi territori: Lombardia, il Piemonte, il Veneto, le Marche, il Trentino Alto Adige, l’Emilia-Romagna e il Friuli-Venezia Giulia. A questi si potrebbe aggiungere il Lazio, che rischia di passare direttamente dall’attuale giallo alla fascia più rigorosa: ieri l’Rt ha toccato quota 1,3 – già sufficiente per finire in zona rossa – e secondo l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato la situazione è “in peggioramento“. La stessa sorte potrebbe toccare alla Calabria, mentre dovrebbero rimanere in rosso, dopo l’inserimento della scorsa settimana, Campania, Basilicata e Molise.
La Liguria dovrebbe invece essere inserita in zona arancione, così come la Puglia, dove però non si escludono interventi più rigorosi da parte del Governatore Michele Emiliano, secondo il quale “i dati sono allarmanti per il crescente numero di contagi che ormai rileviamo da giorni“. Stessa colorazione dovrebbe essere mantenuta da Abruzzo e Umbria, mentre la Toscana rimane in bilico e rischia la retrocessione in rosso.
La giornata di oggi, in ogni caso, sarà decisiva: è previsto infatti un incontro tra Governo e Presidenti di Regione, al termine del quale verrà convocato il Consiglio dei Ministri che dovrà produrre il nuovo decreto, che a questo punto potrebbe non contenere le tanto annunciate misure restrittive nazionali per i fine settimana. Quanto meno non da subito: con la gran parte del Paese in zona arancione e rossa da lunedì 15 marzo e fino – almeno – al 28, una misura del genere potrebbe rivelarsi non indispensabile. Soprattutto perché, a partire da quest’ultima data, entreranno presumibilmente in vigore le nuove restrizioni che blinderanno le festività pasquali con un approccio molto simile a quanto avvenuto a Natale. Il Governo conta di arrivare così al 5 aprile e, per quel momento, di aver pronto il nuovo provvedimento che dovrà essere modulato sull’andamento della curva, con l’auspicio che le imminenti chiusure possano produrre qualche risultato incoraggiante.
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