E’ ancora caos sui vaccini. L’Italia troppo indietro sulla tabella di marcia. A farne le spese , soprattutto, gli anziani in lista di attesa.
Il Ministero della Salute informa che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 22.409 unità e portano il totale a 3.123.368. Nelle ultime ventiquattro ore 332 morti che fanno salire le vittime a 100.811 e 13.752 guariti che raggiungono quota 2.535.483.
I casi attualmente positivi sono 487.074, + 8191 rispetto a ieri. I ricoverati sono 22.882, +489 mentre in terapia intensiva 2827 assistiti, +71 da ieri. Le persone vaccinate sono 1.747.516.
I casi di Coronavirus hanno ricominciato a crescere e le terapie intensive a riempirsi. I campanelli d’allarme per premere sul pedale dell’acceleratore per quanto riguarda le vaccinazioni ci sono tutti. Eppure l’Italia continua a procedere con la prima ingranata. Ad oggi – stando ai dati pubblicati sul sito del Governo – le persone che hanno già ricevuto entrambe le dosi sono 1.747.516: circa un trentesimo dell’intera popolazione. Decisamente pochi se si pensa che il Ministro della Salute Roberto Speranza punta a vaccinare l’intera popolazione entro l’estate. I vaccini distribuiti sono stati 7.207.990. Dunque, è evidente, che si sarebbe potuto fare di più in questi due mesi. Perché, nonostante i ritardi nelle consegne, le dosi disponibili, comunque sono più del triplo delle persone vaccinate.
Riusciremo a recuperare questo ritardo? E’ la speranza di tutti, soprattutto di quelle categorie maggiormente penalizzate dalle chiusure come i ristoratori, i gestrori delle palestre, i lavoratori dello spettacolo. Tutte categorie ferme da mesi che, a causa del rischio di contagio, o non lavorano per nulla o sono fortemente limitati. Se il vaccino – come dichiarato da diversi esperti – è davvero il principale strumento per tornare a vivere, allora è indispensabile passare dalla prima alla quarta marcia e in fretta. Per il momento la regione dove sono state vaccinate più persone è la Lombardia di Attilio Fontana che svetta in testa alla classifica con le sue 884.068 dosi somministrate. Tuttavia è anche qui che si sono registrati i principali problemi. In primis il modus operandi circa le prenotazioni e la presa degli appuntamenti per gli ultraottantenni. Siccome la sanità è di competenza regionale, ogni Regione ha stabilito diverse modalità tramite cui gli over 80 – non residenti nelle Rsa – possono prenotarsi per farsi vaccinare. In Lombardia le categorie interessate ricevono un messaggio sul telefono dove viene comunicato il luogo e l’orario dell’appuntamento per la somministrazione.
Tuttavia, trattandosi di persone anziane o molto anziane, ci si sarebbe aspettati il buon senso di tenere conto di due fattori: comunicare per tempo in modo che l’anziano possa avvisare i figli, i nipoti o chi deputato ad accompagnarlo; la vicinanza rispetto all’abitazione della persona. Non si può pensare che una soggetto di 90 anni sia ingrado di sostenere un viaggio di 20 o 30 km, salvo rarissime eccezioni. Eppure una donna di 95 anni residente a Segrate – Milano Nord – è stata contattata a mezzanotte per presentarsi due giorni dopo a Pieve Emanuele che si trova al confine con Pavia: a trenta chilometri di distanza. E moltissimi altri anziani hanno lamentato lo stesso disagio. La 95enne non si è, giustamente, potuta presentare all’appuntamento poiché non sapeva come raggiungere Pieve Emanuele. A questo punto parte un altro dilemma: se una persona, per ragioni di forza maggiore, non si presenta, può riprenotarsi? Al momento nessuno – neppure i medici di base – sanno fornire una risposta in quanto nessuno si è premurato di fornire linee guida.
Sempre in Lombardia si è presentato un altro problema non da poco: i “furbetti del vaccino“. Se alcuni ospedali lamentano la presenza di infermieri no-vax, di contro ci sono persone che pur di farsi vaccinare entrano abusivamente nei portali delle categorie aventi diritto e si prenotano. Una volta prenotati, se nessuno controlla adeguatamente, questi furbetti vengono chiamati e vengono vaccinati. Per fortuna, però, la Direzione Aziendale dell’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano ha controllato e fatto la verifica incrociata tra i nomi presenti nelle loro liste e quelli di chi si era prenotato. Così sono state scoperte non una o due ma ben 220 soggetti “abusivi”. In pratica si erano appropriati – non si capisce come – del link interno riservato al personale medico e avevano effettuato la prenotazione.
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