Il premier Mario Draghi continua a chiarire le misure restrittive in vigore in zona rossa, comprese quelle sulla scuola che sarà visitata solo da poche categorie di studenti.
Con l’aumento dei contagi, diverse Regioni italiane tornano ad osservare le misure di distanziamento e chiusura presenti in zona rossa, restrizioni che riguardano inevitabilmente anche la scuola. Infatti, il Premier Mario Draghi ha confermato infine ciò che già si sospettava da giorni: le scuole laddove la situazione epidemiologica è più grave terranno i cancelli sigillati. Niente lezioni in aula, nemmeno per gli studenti delle scuole primarie – alcuni dei quali hanno anche protestato a riguardo – per evitare che gli istituti scolastici possano fungere da pericolosi veicoli di trasmissione del virus. Un’eventualità che con l’arrivo di varianti del Covid più aggressive verso i più giovani si fa sempre più plausibile. Tuttavia, ci sono anche delle eccezioni a questa misura.
Infatti, in zona rossa a scuola potranno andare soltanto gli alunni con determinate disabilità – che hanno quindi bisogni particolari rispetto agli studenti privi di queste condizioni – e gli studenti di tutte le età con Bisogni Educativi Speciali – i così detti Bes – che devono seguire laboratori pratici, impossibili da simulare con la didattica a distanza. Una serie di eccezioni che ricordano molto quelle adottate da Regioni come Abruzzo e Campania, entrambe a rischio zona rossa. Fa però discutere il rifiuto da parte dell’ente Miur di inserire nella categoria di studenti che protrano frequentare la scuola anche in zona rossa i figli di lavoratori che svolgono servizi essenziali e che non saranno quindi quasi mai a casa con i loro figli: tra questi, ci sono anche gli infermieri che tornano a protestare per una decisione giudicata come una clamorosa marcia indietro da parte dell’ente che pure aveva già autorizzato i figli di chi lavora anche in zona rossa a tornare tra i banchi: “Le circolari non hanno un fondamento giuridico chiaro, dato che il Dpcm parla solo di alunni disabili e Bes, né sarebbe attuabile in assenza di alcuna indicazione operativa che definisca precisamente di quali categorie si parli”, fa sapere il Miur riferendosi alle due circolari del 4 marzo che autorizzavano chi svolge lavori essenziali a portare i figli a scuola. I presidi che si erano resi disponibili a questa soluzione si sono trovati con le mani legate: a scuola in zona rossa dunque, potranno andare solo le due categorie indicate dal Governo e nessun altro.
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