Una 17enne a Roma si è gettata dal balcone di casa. La polizia sta indagando sulle cause del gesto, l’ennesimo che, da marzo ad oggi, ha visto un preoccupante aumento dei casi soprattutto tra i giovani.
Dopo un volo di una decina di metri nel vuoto una giovane è finita nel cortile del condominio della zona di Torrenova di Roma. L’allarme è stato lanciato dai vicini di casa che hanno sentito il tonfo ed hanno subito chiamato l’ambulanza. La minorenne è stata ricoverata in terapia intensiva e le sue condizioni sono gravi. Uno dei tanti posti letto occupati da ragazzi che hanno tentato il suicidio che da novembre ad oggi ha visto un notevole incremento degli accessi al pronto soccorso per disturbo psichiatrico, il 90% infatti sono giovani tra i 12 e i 18 anni che hanno tentato di togliersi la vita. L’allarme era già stato lanciato a settembre dagli psichiatri in occasione della Giornata Mondiale per la prevenzione del suicidio, e ribadito a gennaio da Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Da ottobre ad oggi infatti, in concomitanza con la seconda ondata di contagi, i tentativi di suicidio e di autolesionismo dei giovanissimi è salito del 30%. Si parla sempre di cause, e mai di singola causa, che spingono all’atto suicidario ed è da considerarsi un fenomeno estremamente complessa, ma è innegabile che la pandemia abbia inevitabilmente fatto parte di questa complessità. L’impatto di questa sulla salute mentale si è verificato nell’aumento dello stress, disturbi d’ansia, del sonno e depressione. Ma è soprattutto la mancanza della scuola per i ragazzi ad aver avuto un fortissimo impatto sulla loro socialità. L’allontanamento ‘forzato’ dai propri compagni e da quello che costituiva il loro mondo, oltre alla famiglia, ha avuto un risvolto estremamente negativo. Perchè la scuola non è solo un luogo di mera didattica o di preparazione al lavoro ma, sostiene lo psichiatra Vicari: “Anche chi appartiene a contesti umili, tramite la scuola può studiare e riscattarsi. Se la scuola non c’è, l’affermazione di sé passa attraverso valori negativi”.
Ancora non sappiamo se questo sia uno dei motivi che hanno spinto la giovane 17enne al suicidio, la polizia sta cercando di ricostruire le ore precedenti al gesto per capire se il gesto è stato improvviso o premeditato.
Maurizio Pompili, Presidente del Convegno e Professore Ordinario di Psichiatria alla Sapienza Università di Roma, mette in luce anche un altro fenomeno chiamato effetto Werther, ovvero l’imitazione di un suicidio causato dall’averne visto la notizia dai media, ‘contagio’ riscontrato soprattutto tra i giovani. Ed in questo un ruolo chiave hanno sicuramente i mass media, che, dicono gli esperti, dovrebbero parlare dei casi di suicidio in maniera corretta, mettendo in luce il fenomeno sociale e l’importanza della prevenzione per imparare a riconoscere i segnali d’allarme.
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