Multe e bolli auto non pagati, il Governo pensa alla rottamazione “Troppe cartelle arretrate, meglio rinunciare”

Il Governo Draghi sta lavorando per dettare i termini della pace fiscale tanto attesa in Italia. Forse, ne beneficerà anche chi ha ricevuto multe negli ultimi anni.

Draghi multe 6 marzo 2021 Leggilo.org
Getty Images/Marco Di Lauro

I termini della pace fiscale prevista da Mario Draghi nel tentativo di risanare un’economia italiana sempre più in crisi potrebbero interessare anche le persone che hanno ricevuto multe e sanzioni negli ultimi anni e non solo. La notizia arriva a poche ore dalla diffusione dei dettagli concernenti l’annullamento di circa metà delle cartelle esattoriali che contengono debiti per quindici anni – dal 2000 al 2015 – e gli altri provvedimenti per il sostentamento delle partite Iva più colpite dalla crisi economica dovuta al Covid. Eppure, a quanto pare, il Governo Draghi ha in mente anche ulteriori misure legate al pagamento di multe e bollo per automobilisti: la domanda è, chi potrà beneficiare di questa inattesa sanatoria?

Anche nel caso delle multe e del bollo, ad essere interessate sono le persone che hanno accumulato questi debiti nel periodo compreso tra il 2000 ed il 2015 e che hanno un pagamento in sospeso per una cifra uguale o inferiore ai 5.000 euro. Infatti, i documenti relativi al pagamento di bollo e multe rientra tra i circa 60 milioni di atti che l’Agenzia delle Entrate potrebbe rottamare su istruzione del Governo. Una pace fiscale piuttosto diversa da quella entrata in vigore durante le prime fasi della pandemia sulla quale continuano ad emergere dettagli sempre più interessanti: secondo fonti vicine a Palazzo Chigi infatti, Mario Draghi ed i suoi collaboratori starebbero valutando anche l’istituzione di una rottamazione di cartelle esattoriali e pagamenti superiori ai 5.000 euro che appare però più complessa. Tale pace fiscale avrebbe anche un altro effetto positivo sull’Agenzia delle Entrate stessa: l’ente statale soffre di una grave lentezza burocratica trovandosi letteralmente intasata da milioni di atti di riscossione che non vengono poi attuati nella pratica. A questo punto, meglio rottamare le cartelle, è con tutta probabilità la conclusione a cui sono arrivati Mario Draghi ed i suoi collaboratori.

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