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Economia

Quindici anni di cartelle esattoriali rottamate: cosa davvero vuole fare Mario Draghi

Le misure prese dal Governo Draghi in campo economico sono molteplici: tra di esse, spicca senz’altro la rottamazione di un gran numero di cartelle esattoriali.

Getty Images/Sean Gallup

La notizia è ormai stata ufficializzata da giorni: il Governo Draghi ha intenzione di rottamare un grande numero di cartelle esattoriali per aiutare la ripresa dell’economia italiana molto provata dalla crisi del Coronavirus. Ma non si tratta dell’unico provvedimento preso in questo senso dall’equipe del premier Mario Draghi che ha infatti previsto una serie di facilitazioni e sovvenzioni per determinate categorie di lavoratori in difficoltà. I dettagli del piano di risanamento economico stanno via via emergendo da fonti vicine a Palazzo Chigi: innanzitutto, la rottamazione delle cartelle esattoriale riguarderà 65 milioni di documenti dell’Agenzia delle Entrate sui 137 milioni conservati negli archivi dell’ente statale. Un provvedimento che – si stima – cancellerebbe debiti dei contribuenti pari a 70 miliardi di euro con un costo di circa 930 milioni al Tesoro. Tutte le cartelle interessate dal provvedimento, specifica il Governo, sono del valore inferiore o pari a 5.000 euro comprese sanzioni ed interessi. Il periodo oggetto del provvedimento dovrebbe ricomprendere gli anni tra il 2000 ed il 2015.

Per le cartelle che superano la soglia dei 5.000 euro, il Governo starebbe allestendo ulteriori misure come una rottamazione dilazionata in un periodo di circa due anni. Ma come già accennato da indiscrezioni vicine al Governo, la rottamazione di cartelle esattoriali del valore di decine di miliardi non è l’unico provvedimento pronto al varo dal punto di vista economico: infatti, una serie di indennizzi andranno ad aiutare i lavoratori con partita Iva che hanno perso almeno il 33% del fatturato durante la crisi economica. Gli aventi diritto sono divisi in tre categorie e divisi a seconda delle perdite registrate nel fatturato che spaziano dal 20% al 5%. Per finire, una notizia che interessa i numerosi lavoratori ancora in Cassa Integrazione a causa delle chiusure per il Covid: tale strumento sarà finanziato con un pacchetto da 7 miliardi di euro per tutto l’anno – e non più settimanalmente come avveniva nel 2020 – per coprire le necessità di milioni di italiani in difficoltà. Ancora nessuna notizia sul Reddito di cittadinanza sul quale erano già circolate alcune notizie settimane fa.

Pubblicato da
Manfredi Falcetta

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