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Economia

Bar e locali, 32 miliardi promessi. Ma i soldi non arrivano. I ristoratori: “Tra noi e la rovina solo pochi mesi”

Il Governo Draghi pronto a varare miliardi di aiuti per i ristoratori che però ammoniscono: la situazione sta arrivando al punto critico, questione di mesi.

Getty Images/Blazquez Dominguez

Non bastano ne il cambio della guardia al Governo ne gli aiuti secondo i ristoratori italiani che denunciano una situazione ormai drammatica: il Premier Mario Draghi sta programmando una nuova campagna di ristori, ribattezzati “sostegni” per una delle categorie più colpite dalla crisi portata dal Coronavirus, un’operazione del valore di 32 miliardi di euro che però non partirà immediatamente. Una settimana è il tempo stimato per stilare il testo del provvedimento necessario ad erogare gli aiuti che – nella migliore delle ipotesi – arriveranno sul conto corrente degli aventi diritto attorno ad aprile; troppo tardi, denuncia qualcuno: “Durante la crisi di Governo tutto si è fermato, ma noi intanto ci stavamo e ci stiamo ancora indebitando. Ieri abbiamo fatto tre asporti tra pranzo e cena. Stiamo tutto il giorno ad aspettare anche un solo ordine da 20 euro. Gli ultimi aiuti? Quelli del Decreto Natale, circa 5mila euro”, denuncia Roberto Cabras che gestisce un ristorante con la famiglia a Milano e che sta pensando ci chiudere i battenti.

La crisi scatenata dal leader di IV Matteo Renzi che ha portato al crollo del Governo dunque, avrebbe solo dilazionato i tempi con cui i ristoratori hanno ricevuto i loro aiuti, stando alle parole dei lavoratori intervistati da varie testate giornalistiche nelle ultime settimane: “Se continua così, nel giro di mesi siamo rovinati“, conclude Cabras che sottolinea come la situazione non interessi solo il suo locale ma centinaia di esercizi simili in tutto il paese. “A gennaio ho fatto di nuovo ricorso alla Cig e sono stato costretto ad anticiparla di tasca mia perché gli aiuti non arrivavano”, fa sapere anche un’altra persona colpita duramente dalla crisi, Roberto Perini che possiede un’enoteca. A sua detta, prima del Covid il suo locale contava anche 150 clienti al giorno, una cifra che ora raggiunge a stento in una settimana. Le misure restrittive ancora in vigore nelle Regioni lasciano intendere un calo del fatturato nel settore della ristorazione pari al 15/30% del fatturato, un ulteriore stilettata per un settore già messo in ginocchio da una pandemia che sembra non avere una fine.

Pubblicato da
Manfredi Falcetta

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