Inizialmente il Covid sembrava diffondersi soprattutto tra i più anziani. Nuove indagini dell’Istituto Superiore della Sanità in Italia rivelano che la situazione è cambiata.
Il Ministero della Salute informa che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 17.083 unità e portano il totale a 2.955.434. Nelle ultime ventiquattro ore 343 morti che fanno salire le vittime a 98.288 e 10.057 guariti che raggiungono quota 2.426.150.
I casi attualmente positivi salgono a 430.996, + 6663 rispetto a ieri. I ricoverati sono 19.570, +458 mentre in terapia intensiva 2327 assistiti, +38 da ieri.
Proprio nei giorni in cui si discute la ripartenza in sicurezza della scuola in Italia, arrivano dati preoccupanti sul Covid dall’Istituto Superiore della Sanità in merito all’incidenza dei contagi e dei sintomi più gravi sulla popolazione più giovane del nostro paese negli ultimi mesi: da gennaio – rivelano gli scienziati – i contagi nella fascia di popolazione sotto i vent’anni sono andati aumentando al punto da superare la percentuale di infezioni nella fascia adulta, ritenuta più a rischio. I dati parlano chiaro: in Italia la fascia di popolazione tra i 13 e i 19 anni ha subito circa 200 contagi ogni 100.000 persone, valori che scendono leggermente per i più piccoli per una media di 150 contagi ogni 100.000 persone per gli aventi meno di 20 anni. Inutile dire che questo dato crea una preoccupazione in più in merito alla riapertura di tutte le scuole.
I sintomi più gravi del Covid in Italia hanno interessato marginalmente questa categoria più giovane, registrando comunque un picco nel periodo autunnale che viene seguito con estrema attenzione dai medici: i casi con sintomi lievi sono circa il 60% ma nel periodo di novembre 53 persone con meno di 20 anni sono finite in terapia intensiva. A dicembre sono state 25 ed a gennaio 21, numeri contenuti ma comunque da non sottovalutare dal momento che si è creduto a lungo che il Coronavirus non fosse assolutamente in grado di minacciare i più giovani, ritenuti pericolosi solo come vettore di infezione. In totale, a novembre si sono registrati 106.000 casi, scesi a 61.000 a gennaio, cifra rimasta pressoché invariata anche il mese scorso. Tuttavia, si contano anche otto decessi a novembre. Al momento, a preoccupare i medici c’è anche la difficoltà nel tracciare tali casi tra i più giovani: secondo i presidi di alcune strutture scolastiche, non sempre genitori e medici sono solerti nel segnalare casi sospetti o lievi di Covid.
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