L’Agenzia delle Entrate ha predisposto un piano di verifiche sulle partite Iva che punta a realizzare oltre 340 mila controlli su autonomi e piccole imprese da qui al 2023.
Mentre il Governo di Mario Draghi lavora all’annunciata riforma fiscale e valuta come comportarsi rispetto agli oltre 50 milioni di accertamenti fiscali relativi a pagamenti arretrati – il cui invio è stato più volte rinviato dal precedente Esecutivo e sui quali è necessario ora un intervento risolutivo – alcune, non esattamente piacevoli, novità dovrebbero riguardare, a partire da quest’anno tutti i possessori di partite Iva. Nel triennio compreso tra il 2021 e il 2023, infatti, l’Agenzia delle Entrate si è posta l’obiettivo di effettuare 340 mila controlli fiscali nei confronti di autonomi e piccole imprese.
Ad annunciarlo è il “Piano della performance 2021-2023“, predisposto dall’Agenzia e reso noto recentemente. Osservando con più attenzione le informazioni a disposizione, emerge come per quest’anno, nel dettaglio, siano previsti 90 mila controlli. Una cifra destinata a crescere nei prossimi due anni, se è vero che l’obiettivo fissato è di 120 mila verifiche per il 2022 e di 130 mila per il 2023. Obiettivi ambiziosi e apparentemente in contrasto con il grave contesto economico, sociale e sanitario che la pandemia sta imponendo al Paese.
Dall’attività di contrasto all’evasione fiscale, l’Agenzia conta di recuperare in tutto oltre 44 miliardi di euro: una cifra da capogiro. In particolare, si puntano a raccogliere oltre 14 miliardi per quel che riguarda l’anno in corso, con obiettivi altrettanto ambiziosi per il biennio a venire: 15,36 miliardi nel 2022 e 15,32 nel 2023.
Dall’Agenzia fanno sapere che l’intervento sarà concentrato su quelli che nel piano vengono definiti “comportamenti evasivi più gravi” e che, nel contesto economico appesantito dalla pandemia, vedono amplificati i loro effetti negativi sul sistema e la loro portata lesiva: il tutto, chiaramente, a svantaggio di chi, invece, le tasse è abituato a pagarle regolarmente. Gli interventi di contrasto all’evasione fiscale saranno improntati “alla progressiva riduzione del tax gap da realizzarsi attraverso un’attività di controllo sempre più mirata ed efficace in virtù di un ulteriore affinamento delle tecniche di analisi e valutazione del rischio di non compliance“, si legge ancora nel “Piano della Performance“. A questo dovrà affiancarsi, inoltre, una maggiore attenzione dedicata ai soggetti ritenuti “ad elevata pericolosità fiscale“.
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