La variante inglese mette in allarme gli scienziati e, in particolare, il professor Massimo Galli, direttore delle Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano.
Il Ministero della Salute informa che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 16.424 unità e portano il totale a 2.848.564. Nelle ultime ventiquattro ore 318 morti, che fanno salire le vittime a 96.666 e 14.599 guariti che raggiungono quota 2.362.465.
I casi attualmente positivi salgono a 389.433, + 1485 rispetto a ieri. I ricoverati scendono a 18.217 mentre nelle terapie intensive 2157 assistiti, +11 da ieri.
Covid: la variante inglese preoccupa Massimo Galli
“Farò il mio dovere almeno fino al 31 ottobre, quando andrò felicemente in pensione. I soliti giornali mi hanno massacrato nell’ultima settimana, avevo previsto che l’esplosione delle varianti del covid ovunque con focolai molto seri in alcune aree“- queste le parole del professor Massimo Galli, direttore delle Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, nel corsso della tasmissiore Rai Cartabianca. L’infettivologo, la scorsa settimana, aveva asserito che il suo reparto era invaso da pazienti che si erano infettati con le varianti del virus. Ma, a stretto giro, era stato smentito dal suo stesso ospedale.
Il professore non l’aveva presa bene e aveva lanciato una sorta di “profezia”: la variante inglese avrebbe preso il sopravvento in Italia. E i dati sembrano dargli ragione. Infatti alcuni comuni della Lombardia, da ieri, sono passati nella fascia arancione rinforzata con scuole chiuse. La variante inglese colpisce anche i giovani. L’infettivologo del Sacco ha proseguito: “La variante inglese è destinata a diventare prevalente anche in Italia. Rispetto alla variante attuale ha una contagiosità superiore di circa il 40%. E’ in grado di diffondersi di più anche tra i bambini, non uccide di più nemmeno gli adulti ma rischia di far ammalare più gente perché si diffonde di più”.
Per il professor Galli la Cina sarebbe un modello da prendere ad esempio: un tracciamento rigoroso, tamponi a tappeto. Insomma per lo scienziato dovremmo andare a cercare il virus “porta a porta” se vogliamo uscirne: “Chiudere maggiormente, testare l’intera popolazione come hanno fatto i cinesi. Andare a cercare il virus ovunque e vaccinare, vaccinare, vaccinare quella popolazione e quelle attorno. Se possibile vaccinare tutti a prescindere dall’età. Non voglio dire qualunque vaccino ma anche sì. Ora è più importante vaccinare molto piuttosto che mettersi ad operare distinguo sottili”.
Tuttavia, il professor Galli, non ha forse tenuto conto di due cose: non tutti i soggetti possono essere vaccinati a causa di patologie che renderebbero la somministrazione del farmaco potenzialmente pericolosa. Diversi sono stati i casi di decessi in seguito all’iniezione del vaccino anche se, ad oggi, non è stata dimostrata una correlazione diretta. In seconda battuta il vaccino non sempre mette al riparo dall’infezione: a Roma 12 sanitari si sono comunque infettati pur avendo ricevuto entrambe le dosi del vaccino. Ma per Galli non c’è troppo da andare per il sottile perché questa pandemia è quanto di peggio abbia mai visto in tutta la sua carriera di medico. Il professore ha concluso: “Ho vissuto l’Aids nel suo momento peggiore, ho visto molte persone morire. Ma nel mio mestiere non ho mai vissuto una situazione come questa, con persone che muoiono con la fame d’aria”.