Polemica a distanza tra Massimo Galli e Matteo Bassetti sulla variante inglese: secondo l’infettivologo genovese la situazione “non ci sono reparti pieni di varianti Covid”.
Nell’epoca in cui i virologi campeggiano negli studi televisivi come – storicamente – facevano i politici, può succedere anche che due illustri scienziati finiscano per litigare sulle diverse visioni che hanno sulla pandemia in corso. E se, col passare dei mesi, alcuni dei protagonisti del mondo medico hanno deciso di farsi da parte, rinunciando alle contese sulla pericolosità e le prospettive del Coronavirus – ricordate? Qualcuno in estate ripeteva senza sosta che il virus fosse “clinicamente morto” – altri illustri professori continuano al contrario a figurare tra gli abituali ospiti di trasmissioni radiofoniche e televisive.
E così è di questi ultimi giorni l’ennesima polemica a distanza tra l’infettivologo Massimo Galli – responsabile del reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano – e lo specialista genovese Matteo Bassetti che, ospite di Massimo Giletti a Non è l’Arena, ha smentito che la diffusione della variante inglese sul nostro territorio possa rappresentare – come sostenuto dal collega – un elemento di maggiore preoccupazione nella lotta al virus: “non ci sono reparti pieni di varianti Covid“, dice Bassetti, che poi spiega: “Nella comunicazione bisogna fare molta attenzione, il rischio è quello di terrorizzare le persone. La variante inglese non è più letale“, sottolinea il medico.
Secondo l’infettivologo di Genova, l’Italia sta andando incontro a un periodo di altre quattro o cinque settimane in cui ci sarà necessariamente da tenere alta la soglia dell’attenzione ma anche “raccontare anche come stanno le cose. Il vaccino infatti copre anche la variante inglese, questo va detto. Basta terrorizzare le persone che ora hanno bisogno di tutto tranne che di avere paura“, insiste Bassetti.
Un commento che si inserisce nella polemica scoppiata nei giorni scorsi tra Massimo Galli e l’ospedale Sacco, dopo che l’infettivologo, mettendo tutti in guardia sulla pericolosità della situazione attuale, aveva descritto i reparti in cui lavora come pieni di pazienti positivi alla variante inglese del Covid. Una ricostruzione smentita dalla direzione sanitaria della struttura ospedaliera, che aveva fatto presente come i numeri del Sacco fossero in linea con la media nazionale e al di sotto di quella regionale lombarda, alimentando ancora di più il malcontento di Galli, preoccupato dall’approccio – a suo giudizio troppo ottimistico – che si sta tenendo in queste settimane rispetto alla lotta al virus.
“Non voglio entrare nel caso specifico e fare polemica, ma io credo che i dati dei pazienti appartengano all’ospedale ed è evidente che l’ospedale dispone di quei dati. E se dice che un certo problema non c’è, mi pare che in qualche modo ci sia un po’ di contrasto“, ha sottolineato ieri sera Bassetti, che ha poi voluto raccontare la situazione che si trova ad affrontare in questi giorni a Genova, nei reparti in cui presta servizio: “Ho 4 malati su 20 ricoverati, che corrispondono al 15%. Bisogna fare molta attenzione, però non ho il reparto pieno di varianti“.
Secondo Bassetti, quindi, la variante inglese non rappresenterebbe un grave fattore di rischio: nonostante sia più veloce nel trasmettersi da un positivo all’altro, conclude il professore genovese, l’elemento fondamentale è che essa non sia più letale e che, come accertato fino a questo momento, sia comunque coperta dal vaccino: “Il messaggio molto importante che dobbiamo dare è che se noi riusciamo a vaccinare rapidamente molte persone, specie quelle più fragili, la variante inglese non ci darà problema“.