A Trento Deborah Saltori è l’ennesima vittima di un femminicidio in Italia. La donna era stata già oggetto di violenze del compagno che era agli arresti in casa.
Aveva ricevuto due ammonimenti dalla questura e per di più era agli arresti domiciliari: eppure, l’assassino di Deborah Saltori è riuscito a raggiungere Trento – distante ben 15 chilometri dalla casa dove l’uomo stava scontando la pena – e a portare a termine i suoi propositi omicidi, uccidendo la sua ex compagna. Lorenzo Cattoni, 39enne imprenditore agricolo era stato relegato agli arresti domiciliari proprio per crimini violenti, avendo più volte malmenato e minacciato la 42enne che adesso aveva ricominciato una vita lontano dall’uomo. Un copione tristemente frequente negli episodi di violenza domestica. A rendere la tragedia ancora più insostenibile, il fatto che Deborah a Trento viveva con i suoi quattro figli, tutti minorenni.
La storia di violenza – durata quattro anni e che aveva portato all’arresto dell’uomo – era venuta alla luce circa un mese fa: Deborah si era presentata al pronto soccorso con l’orbita sinistra fratturata. La donna si era rifiutata di parlare delle circostanze in cui aveva ricevuto la ferita, tuttavia sul posto erano stati chiamati i Carabinieri dal personale sanitario: con i militari, la donna si era finalmente aperta, raccontando i terribili episodi violenti subiti in quattro anni di vessazioni. L’uomo aveva picchiato Deborah almeno in un’altra occasione, rompendole il naso con un pugno. Le misure restrittive non hanno funzionato: l’uxoricida poteva infatti allontanarsi da casa una volta al giorno per motivi lavorativi ed ha deciso di usare questo permesso per raggiungere Cortesano, una frazione di Trento, cercare Deborah ed aggredirla. La donna è stata colpita con un’accetta che l’uomo aveva appositamente celato per il delitto. Dopo aver assassinato Deborah con un colpo alla carotide, l’omicida ha provato a togliersi la vita ma una testimone ha chiamato il 118 ed ora Cattoni si trova in ospedale in condizioni molto gravi. E’ solo l’ultimo di una serie di omicidi a sfondo passionale a cui Franco Ianeselli, sindaco di Trento, non vuole rassegnarsi: “Rischiamo di non trovare più parole adatte, non scontate, di fronte alle uccisioni di donne. Eppure io credo che dobbiamo fermarci e trovarle”, ha dichiarato il Primo Cittadino invitando tutti alla riflessione ed al cordoglio.