Gli autogrill registrano un aumento di clienti: il motivo? Alcune persone per aggirare il decreto hanno iniziato a riunirsi nelle stazioni di servizio.
La zona arancione, scattata in alcune regioni italiane con il nuovo decreto presidenziale, ha dato il via ad un fenomeno incredibile: l’assalto agli autogrill ed alle stazioni di servizio sulle autostrade che non sarebbero interessate da molte delle limitazioni riguardanti i locali – per cui i titolari di pub e ristoranti protestano da mesi – e consentirebbero di aggirare il Dpcm. A dirlo è una ricerca effettuata tra le aree di sosta della Autostrada A2, la principale arteria di mobilità italiana interessata da questo bizzarro fenomeno tipico dell’era del Covid. “n generale abbiamo visto un incremento dei clienti rispetto a qualche settimana fa, ma soprattutto abbiamo un bel po’ di avventori che sono chiaramente persone in compagnia, fidanzati, gruppi di amici”, protesta Giuseppe Leone, titolare del ristorante Ciumin che ha chiuso per l’emergenza. L’uomo, come altri colleghi, non sopporta l’idea di vedere gli Autogrill colmi con quelli che una volta erano suoi clienti mentre ristoranti e pub perdono denaro: “Non avendo da lavorare ho fatto un giro tra gli autogrill di Genova e dintorni perché neppure io credevo davvero che le persone si dessero appuntamento in autostrada . Invece ho visto intere compagnie di amici all’orario dell’aperitivo”.
Le aree di servizio interessate da questo fenomeno sulla A2 sarebbero soprattutto quella di Riviera Sud e quella di Sant’Ilario in provincia di Pescara, ma non solo: un’area di sosta nella zona di Fonti in Puglia situata sulla strada A14 è stata recentemente multata e chiusa per inosservanza del Dpcm dopo che le Forze dell’Ordine hanno sorpreso svariate persone sul posto per concedersi un aperitivo. La situazione è complicata: gli autogrill non possono essere chiusi perchè devono garantire agli automobilisti che si spostano per lavoro a tutte le ore del giorno un pasto ed un luogo dove riposare ma allo stesso tempo, i ristoratori protestano per questo nuovo fenomeno: “Quella che sembra una curiosità o un fatto originale, per chi come me è chiuso da tempo e non può lavorare sembra soprattutto una presa in giro”, conclude Leone dando voce ad una categoria che ancora una volta invoca il rispetto del proprio diritto al lavoro.
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