Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi è convinto della necessità l’apertura delle scuole al 30 giugno.
Patrizio Bianchi, da 5 giorni Ministro dell’Istruzione, non ha dubbi: occorre prolungare l’apertura delle scuole fino al 30 giugno per tutti i cicli al fine di recuperare programmi e metodi di studio e smaltire i mesi trascorsi utilizzando la didattica a distanza: il nuovo responsabile dell’Istruzione non ha dubbi sulla necessità di mantenere aperte le scuole un po’ più a lungo, per cercare di salvare il salvabile in un annata complicatissima. Sta cercando di convincere le Regioni, il Ministro, ma le resistenze e le contrarietà sono tante, a tutti i livelli. In continuo contatto con gli assessori regionali all’Istruzione, Bianchi – che per dieci anni ha ricoperto proprio quel ruolo – è convinto che una delle principali difficoltà incontrate dal precedente Governo – e da Lucia Azzolina, prima di lui in Viale Trastevere – sia stata rappresentata proprio dalla gestione dei rapporti con le amministrazioni regionali. Per questo, sin dall’inizio della sua esperienza da Ministro, Bianchi sta cercando di mantenere sempre aperto un canale di comunicazione con i vertici delle Regioni.
Ad oggi, le lezioni dovrebbero protrarsi fino al 5 e il 16 giugno, in base alle scelte delle diverse Regioni; l’intenzione del Ministro è convincere tutte le amministrazioni a spingersi fino al 30, come già ipotizzato nei mesi scorsi da Azzolina e anche il Premier Mario Draghi ha annunciato nella fase di consultazioni precedente alla nascita del Governo. E se per le scuole per l’infanzia il problema non si pone, dato che la chiusura è già fissata per la fine di giugno, lo sforzo più grande riguarderà scuole elementari, medie e soprattutto superiori. A preoccupare sono proprio queste ultime: le lezioni oggi si svolgono in presenza al 50% ma a più riprese si è fatto ricorso alla Dad. Per questo Bianchi è convinto che mantenere aperte le scuole per tutto giugno sia la soluzione ideale.
L’iniziativa del Ministro trova sostanzialmente d’accordo i dirigenti scolastici – pur se particolarmente provati dall’anno scolastico più lungo e duro delle loro carriere – ma incontra l’opposizione convinta di insegnanti e studenti, che fanno notare come un prolungamento delle lezioni, cui farebbero seguito per le classi terminale gli esami di Maturità, rischierebbe di portare fino all’estate inoltrata la conclusione effettiva delle attività. In questo senso, da Viale Trastevere filtra un’informazione non secondaria: anche quest’anno non si terranno prove scritte, causa pandemia: gli studenti sosterranno un’unica prova orale nella quale presenteranno una tesina nella quale dovranno rientrare tutte le materie. A definire nel dettaglio modalità e tempi degli esami di Maturità sarà comunque un’ordinanza dello stesso Bianchi.
A differenza dello scorso anno, però, torneranno le bocciature e per accedere alla Maturità sarà quindi necessario superare lo scrutinio. Il giudizio ed il parere degli insegnanti, naturalmente, sarà decisivo, ma dal Ministero verranno probabilmente emanate alcune linee guida in cui si chiederà di tenere in considerazione la particolarità del periodo che stiamo attraversando, cercando di “personalizzare” il più possibile il giudizio riservato ad ogni singolo studente.
La vera sfida per Bianchi, al di là della gestione di questa fine anno, riguarderà tuttavia l’impronta da dare alla scuola del futuro: per questo nelle prossime settimane il Ministro si metterà al lavoro per preparare novità in vista della ripresa del prossimo settembre, con l’anno scolastico che potrebbe cominciare con una settimana di anticipo e con l’obiettivo di riportare, definitivamente e in maniera sicura, tutti quanti nelle classi.