Una storia dell’orrore che arriva dalla provincia di Pescara: una ragazza ha denunciato di aver sopportato abusi inenarrabili per anni. Ora forse avrà giustizia.
Una ragazza si è presentata presso i magistrati del Tribunale di Pescara per raccontare una nuova, tremenda storia di abusi, durata anni: ma indagando, le Forze dell’Ordine hanno scoperto che quella storia fatta di molestie e violenze sessuali – simile ad altre vicende che purtroppo continuano ad avvenire da anni – era iniziata addirittura quando la giovane aveva appena 10 anni. Tutto è iniziato nel 2010 quando la vittima – la cui identità resta riservata per ovvi motivi – venne venduta dalla madre come baby prostituta a due uomini adulti. La donna era una tossicodipendente e, forse per potersi permettere altri stupefacenti, accettava che gli uomini consumassero rapporti con la figlia minorenne previa pagamento. In particolare, uno dei due pedofili era arrivato a rapire la bambina dalla casa dei nonni materni che avevano provato a difenderla dopo il suo affidamento presso la loro casa per trascinarla in un luogo appartato: “Quest’ultimo, con la compiacente presenza della madre, continuava ad avere rapporti sessuali completi con la minore”, è la testimonianza orribile presentata dal Gup di Pescara.
Gli abusi sono andati avanti fino al 2017 quando la ragazza – ormai quasi maggiorenne – riuscì in qualche modo a sottrarsi agli abusi dei due aguzzini, cercando di ricostruirsi una vita. Proprio in quel periodo, la madre della ragazza si era nel frattempo tolta la vita. I due pedofili – due uomini che ora hanno 67 e 91 anni – sono stati ritrovati anche grazie alla testimonianza della giovane che li ha trascinati davanti ai magistrati, sperando di ottenere finalmente giustizia. Uno di loro, il più anziano, ha addirittura continuato a praticare stalking sulla ragazza: tra il 2017 ed il 2019, l’uomo avrebbe telefonato oltre 200 volte alla sua vittima, cercando di organizzare nuovi incontri per ottenere rapporti sessuali. Stanca di queste molestie, la ragazza aveva registrato alcune conversazioni e salvato i messaggi, portando poi il suo cellulare alle Forze dell’Ordine per denunciare il pedofilo. Oltre alle violenze tremende commesse, il 91enne dovrà rispondere anche della persecuzione operata sulla giovane: “Creandole uno stato di ansia e di perenne timore di essere seguita”, secondo quanto scrive il giudice che adesso deciderà la sorte dei due molestatori. La lotta alla pedofilia in Italia continua senza sosta: recentemente a Lodi, i magistrati hanno inflitto la pena più alta mai emessa per un reato a sfondo sessuale contro un uomo che sconterà 19 anni di carcere per aver causato devastanti danni psicologici – oltre a quelli fisici – ad una sua vittima per oltre 5 anni.