Polemiche all’istituto Carlo Porta di Milano, dove un iscritto è stato punito per essersi tinto i capelli di blu, scatenando le proteste degli altri studenti.
Un rigido dress code, che regolamenta anche le acconciature che i singoli studenti possono sfoggiare presentandosi a scuola: questo è quanto prevede il regolamento dell’istituto professionale per l’enogastronomia Carlo Porta di Milano – uno dei più famosi d’Italia, con collaborazioni con oltre 200 aziende su tutto il territorio nazionale. Per gli studenti che lo frequentano è obbligatorio indossare la divisa nei giorni di laboratorio e – al di sotto – indumenti che comunque non si discostino in modo troppo evidente dallo stile tradizionale.
Una serie di indicazioni da rispettare che hanno portato qualche guaio ad un iscritto che, una paio di settimane fa, si era presentato in classe sfoggiando un lungo ciuffo di capelli blu. Ripreso dagli insegnanti, che lo avevano invitato a non presentarsi più a lezione con quell’acconciatura, lo studente – iscritto all’indirizzo “servizi di sala” – aveva tagliato i capelli, convinto che il nuovo taglio potesse soddisfare i rigidi requisiti della scuola. Al contrario, visto che la colorazione blu era rimasta, l’alunno era tornato a casa con una nota di demerito, ritirata soltanto dopo che il ragazzo si era deciso a tingere di nero i capelli.
Ma il regolamento dell’istituto, particolarmente severo, vieta agli studenti di indossare, ad esempio, jeans strappati o sneakers. E nonostante i capelli non siano esplicitamente citati nella descrizione del dress code ritenuto consono, l’invito generale è a mantenere uno stile sobrio che – evidentemente – non è stato riscontrato dagli insegnanti nella tinta blu dello studente. Ma il duro atteggiamento che l’istituto ha tenuto nei confronti dell’iscritto ha scatenato le proteste degli altri studenti, che hanno duramente contestato le misure punitive adottate nei suoi confronti: un malcontento espresso sia dall’Unione degli Studenti che dai Giovani Democratici di Milano, cui è stato dato maggior risalto da un post del blogger e docente di Filosofia del Diritto all’Università di Teramo Guido Saraceni.
“E’ inaccettabile che nel 2021 gli studenti del Porta non possano esprimere loro stessi, quando le differenze dovrebbero essere un valore per crescere insieme e collettivamente in quello che è il ruolo della scuola pubblica“, dice Ludovico Ottolina, di Uds. “Chi decide quale colore è normale e quale no? La presa di posizione della scuola è poco sensata“, attaccano gli studenti dell’istituto durante una manifestazione davanti ai cancelli d’ingresso, nel corso della quale in molti indossavano – polemicamente – delle appariscenti parrucche blu. Dal canto suo la dirigente scolastica Rossana de Gennaro non commenta né replica agli studenti, limitandosi a far sapere che “la scuola con serenità vuole proseguire il dialogo con gli studenti“, pur escludendo interventi di modifica al regolamento.
“La nostra è una scuola professionale, nel patto educativo che sigliamo con gli studenti, le famiglie e le aziende, noi ci impegniamo a formare professionisti di alto livello e a prepararli nel modo migliore“, aveva replicato alle accuse nei giorni scorsi de Gennaro. “Questo passa anche dall’essere abituati ad un certo tipo di disciplina, perché ci sono ruoli professionali che implicano un certo modo di presentarsi, faremmo loro un danno se creassimo delle aspettative diverse da quello che troveranno sul posto di lavoro“, aveva concluso la dirigente.
Ma il caso dei capelli blu al Porta non è l’unica ragione di mobilitazioni studentesche: proseguono, in tutta Italia, le proteste degli studenti, contrari all’ipotesi che l’anno scolastico venga prolungato fino a luglio: un’idea rilanciata dal nuovo Esecutivo ma già proposta nei mesi scorsi dall’ex Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina.
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