Covid, 12.074 casi e 369 morti nelle ultime 24 ore: troppi decessi, le Procure danno il via alle inchieste

Troppi decessi in Italia. E le Procure decidono di indagare. Da Nord a Sud aperti oltre un centinaio di fascicoli. Nell’occhio del mirino molte residenze per anziani.

vaccino moderna
Getty Images/Xavier Galiana

Il Ministero della Salute informa che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 12.074 unità e portano il totale a 2.751.657. Nelle ultime ventiquattro ore 369 morti che fanno salire le vittime a 94.540 e 16.519 guariti che raggiungono quota 2.268.253.

I casi attualmente positivi scendono a 388.864, – 4822 rispetto a ieri. I ricoverati sono 18.274, -189 mentre nelle terapie intensive 2043 assistiti, – 31 da ieri.

Covid: troppi morti, aperte inchieste

Il gran numero di decessi legati al Covid registrato nel nostro Paese insospettisce le Procure che da Nord a Sud aprono inchieste. Nonostante l’età media piuttosto avanzata della popolazione italiana, i conti non tornano. Il rapporto tra numero di soggetti contagiati e numero di persone decedute sembra sproporzionato. Nell’occhio del mirino, soprattutto, le residenze per anziani e gli ospedali. Dopo quanto avvenuto al Trivulzio, la Procura di Milano e altre procure del distretto milanese in meno di otto mesi hanno aperto centinaia di fascicoli per omicidio e lesioni colpose ed epidemia colposa. Per omicidio colposo sono stati aperti 68 fascicoli con indagati e 178 senza. Mentre per lesioni colpose sono stati iscritti 169 fascicoli con indagati e 590 senza.

Anche a Lodi sono stati aperti 38 procedimenti per presunta colpa medica. Altre 11 indagini, sempre per presunta colpa medica riguardano, invece, gli effetti del contagio nelle Rsa. Decine i fascicoli aperti a Busto Arsizio, Como, Lecco: vengono monitorati attentamente i decessi degli anziani ospiti delle case di riposo rispetto agli anni precedenti. Numerose sono state le denunce da parte di dipendenti di strutture sanitarie e gli esposti da parte delle organizzazioni sindacali a tutela dei dipendenti che si sono infettati mentre lavoravano in ambienti – evidentemente – non adeguatamente sicuri.

Passando dall’altro capo della penisola – in Puglia – la situazione non appare più incoraggiante. A Lecce la Procura ha aperto un fascicolo sul focolaio scoppiato all’interno della residenza socio sanitaria San Vincenzo di Miggiano. Qui, in meno di un mese, i contagi – tra ospiti e lavoratori – hanno raggiunto quota 41 mentre i morti sono stati 13. Tutto è partito da un esposto da parte dei familiari di una delle vittime, il 76enne Antonio Luigi Daniele, deceduto nella notte tra il 25 e il 26 gennaio 2020 presso il Dea di Lecce dopo aver contratto il Covid all’interno della casa di riposo. I parenti della vittima hanno sollevato dubbi sul fatto che la residenza non abbia seguito con attenzione i protocolli per contrastare l’emergenza sanitaria causata dal Covid.

A queste indagini si aggiungono quelle su presunte speculazioni. Oltre ai problemi direttamente legati al Covid, infatti, bisogna monitorare eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata per cui l’emergenza sanitaria e la crisi economica innescata possono facilmente diventare occasione di business. Le mafie potrebbero allungare i propri tentacoli seguendo due direzioni parallele: rivendere i vaccini anti Covid attraverso un mercato nero; allungare i propri tentacoli sulle piccole e medie aziende e attività commerciali ridotte allo stremo a causa delle continue chiusure imposte dai Dpcm. Gli inquirenti hanno già individuato in Lombardia collegamenti tra mafia, ‘ndrangheta e camorra finalizzati al riciclaggio di denaro ed al narcotraffico con uomini che fanno da cerniera.

 

 

Gestione cookie