Licenziamenti, 2 milioni di persone rischiano di perdere il lavoro prima dell’estate

Nei colloqui con il Premier Mario Draghi i rappresentanti dei sindacati avevano chiesto la proroga del blocco dei licenziamenti e della cassa integrazione Covid: la prima bozza elaborata dal Ministro del Lavoro Andrea Orlando va in questa direzione.

"Draghi confermi il blocco dei licenziamenti", dicono i sindacati
Mario Draghi/Daniel Roland, Getty Images

Non c’è tempo da perdere per il neonato Governo Draghi, chiamato a mettere mano, a partire già dai primissimi giorni dopo il giuramento della scorsa settimana, a una serie di delicatissimi e urgenti dossier: dalla gestione della pandemia – con la diffusione delle varianti virali – alla campagna vaccinale, passando per i provvedimenti di carattere economico.

Anche perché la crisi economica morde e, come certificato dai dati recentemente pubblicati dall’Istat, la questione occupazionale rimane uno dei temi cruciali per il futuro del Paese, che negli ultimi 12 mesi ha fatto registrare un tracollo impressionante, mitigato, in parte, dal blocco dei licenziamenti imposto dal Governo Conte. Una misura che, salvo interventi da parte del nuovo Esecutivo, scadrà il prossimo 31 marzo, con il rischio di veder crescere ulteriormente il dato relativo ai disoccupati.

Il tema era stato centrale nel confronto avuto durante le consultazioni di Draghi con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, che avevano insistito, oltre che sulla proroga del blocco dei licenziamenti, anche sull’estensione della cassa integrazione Covid. “Temi emergenziali“, secondo la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan, che aveva sottolineato come nel nostro Paese si registrino “centinaia di migliaia di posti di lavoro in meno, soprattutto donne e giovani, e abbiamo chiesto che la proroga del blocco dei licenziamenti e della cassa Covid sia assolutamente confermato, con il sostegno alle imprese“. Una misura che conceda “i tempi giusti per riformare gli ammortizzatori sociali e far decollare finalmente le politiche attive“.

La proroga del blocco richiesta dai sindacati non riguarderebbe una sospensione a tempo indeterminato, ma almeno fino alla fine della fase emergenziale della pandemia: fino a quando le attività produttive e commerciali non potranno riprendere a pieno ritmo il proprio lavoro, ragionano i sindacati, la perdita di posti di lavoro sarà praticamente inevitabile: “Sul blocco dei licenziamenti siamo stati assolutamente chiari con il presidente incaricato, siamo ancora in piena pandemia, siamo in emergenza. Sbloccarli significa che centinaia di migliaia di lavoratori rischiano di diventare disoccupati. Occorre la proroga per la fase di emergenza, insieme alla cassa Covid“, ha ribadito Furlan.

Ora una bozza iniziale di intervento, sulla quale il Governo dovrà poi lavorare collegialmente, c’è. E va, in parte, nella direzione suggerita dai sindacati. L’idea di fondo prevede di arrivare all’estate confermando i sostegni esistenti: la cassa integrazione Covid e il blocco dei licenziamenti. Un periodo di tempo che dovrà necessariamente essere utilizzato per mettere a punto tre riforme strutturali: ammortizzatori sociali, politiche attive e pensioni. Così facendo, ipotizza il Ministro del Lavoro Andrea Orlando, si potrebbe mettere mano a un sistema che permetta al Paese di uscire dalle sabbie mobili in cui sta sprofondando dall’inizio della pandemia, e di consentire a chi perderà l’impiego, una volta terminato il blocco dei licenziamenti, di ricollocarsi sul mercato del lavoro.

D’altro canto, la scadenza del blocco – fissata per il 31 marzo – preoccupa un po’ tutti, ad eccezione di Confindustria: il quadro sanitario sembra destinato a peggiorare con il diffondersi delle varianti, la campagna vaccinale prosegue senza l’accelerazione auspicata e – in un contesto del genere – dare il via libera ai licenziamenti rischierebbe ripercussioni pesantissime sia dal punto di vista economico che sociale: secondo le stime, sarebbero circa 2 milioni i posti di lavoro a rischio.

Da viale dell’Astronomia le richieste sono altre: blocco dei licenziamenti selettivo, solo per i settori in crisi o chiusi dai provvedimenti del Governo per contenere l’epidemia. “Attenzione a ingessare le aziende troppo a lungo: anziché ristrutturare, alla fine chiuderanno“, mettono in guardia gli industriali, che pure sono disposti a trattare, soprattutto di fronte alla prospettiva – che sarebbe garantita – di una cassa integrazione Covid tutta a carico dello Stato. Insomma: lo spazio per una mediazione esiste.

Soprattutto in attesa di un’estate che – tra un auspicabile miglioramento della situazione epidemiologica, frutto del miglioramento delle condizioni meteo, e l’avanzamento nella somministrazione dei vaccini – potrebbe rappresentare l’inizio della ripresa per l’Italia, pronta a gestire, se tutto andrà come previsto, anche i primi soldi derivanti dal Recovery Fund.

 

 

 

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