Dopo la minaccia di una nota da parte dell’insegnante, uno studente di tredici anni dell’istituto Viscontino di Roma si è lanciato dalla finestra della propria aula.
Una mattinata di scuola come tante altre, un richiamo deciso da parte dell’insegnante, che minaccia un ragazzo di 13 anni di mettergli una nota per via del suo comportamento. E poi, improvvisamente, il volo di sette metri dello studente, che è precipitato nel cortile interno dopo essersi appeso a un albero antistante la finestra della propria aula. E’ successo ieri al Viscontino di Roma, in una delle sezioni della scuola distaccate nella sede dell’istituto tecnico Cristoforo Colombo in via Panisperna, nel rione Monti.
Un incidente la cui dinamica rimane ancora da chiarire e che sarebbe potuto concludersi in tragedia: fortunatamente, però, le condizioni del tredicenne sono in via di miglioramento: dopo l’intervento del personale del 118, accorso sul luogo dell’incidente, sul ragazzo – che è stato trasportato in codice rosso al Policlinico Gemelli ed è sempre rimasto vigile – sono stati riscontrati diversi traumi. Le sue condizioni, a 24 ore dalla caduta, non destano per fortuna particolare preoccupazione.
In un primo momento, sulla base delle ricostruzioni iniziali, si era pensato che la caduta fosse derivata da un tentativo di suicidio da parte dello studente, spaventato dalla prospettiva del richiamo scritto che l’insegnante aveva minacciato nei suoi confronti. In realtà, pare che il tredicenne abbia invece deciso di lanciarsi dalla finestra in un atto teso a dimostrare il proprio coraggio. A ricostruire la dinamica dell’accaduto sono gli agenti della Polizia di Stato, che ha aperto un fascicolo per stabilire cosa sia accaduto con esattezza e accertare le eventuali responsabilità.
In questo senso sono stati ascoltati sia l’insegnante che era in classe al momento della caduta del ragazzo che alcuni dei suo compagni di classe, concordi nel raccontare – tutti – la stessa scena: lo studente si è alzato e ha repentinamente aperto la finestra lanciandosi di sotto con decisione, senza che nessuno avesse modo e tempo di fermare il suo gesto. Dopo il salto il ragazzo ha tentato di aggrapparsi a un ramo che ha contribuito a rallentare la velocità della usa caduta.
Un caso che ricorda quanto avvenuto soltanto pochi giorni fa in un’altra scuola della Capitale, dove una studentessa, dopo essersi allontanata dalla propria classe per andare in bagno, stava per lanciarsi dalla finestra ed è stata salvata soltanto dall’intervento di un collaboratore scolastico. Certamente gli istituti scolastici, con la loro centralità nella vita dei ragazzi, rappresentano il luogo dove le difficoltà e i disagi personali possono manifestarsi o, come nel caso del piccolo Giuseppe di Cardito, dove i drammi familiari possono emergere in maniera più evidente.