La nuova frontiera della lotta al Covid riguarda il contrasto alla diffusione delle varianti virali. E gli esperti lanciano l’allarme. Intanto il Ministero della Salute fa il punto sul contagio in Italia.
Oggi sono 11.068 i nuovi casi di Coronavirus in Italia con 221 morti, cifra che porta il totale a 93.577 una cifra che si avvicina ai 100 mila morti in un anno. Ieri c’erano stati 13.532 nuovi casi e 311 vittime. I contagiati da inizio pandemia di sono stati, ad oggi, 2.721.879 con riferimento alle popolazione mappata dai test e dai ricoveri. E proprio riguardo ai test nelle ultime 24 ore se ne sono registrati 205.642 i test – numero comprensivo di tamponi molecolari e antigenici rapidi – un numero in calo di circa 85mila rispetto a ieri, dove il rilievo aveva toccato le 290.534 unità. Il tasso di positività sale al 5,3% rispetto a ieri, quando si era fermato al 4,6%.
Dopo settimane in cui i dati sulla diffusione del Coronavirus in Italia erano stati tutto sommato incoraggianti, con un progressivo ritorno di gran parte del nostro Paese alle limitazioni soft che caratterizzano le zone gialle, torna a crescere la preoccupazione di esperti e istituzioni. La ragione dei timori del mondo scientifico, oltre che della politica, risiede nel crescente numero di casi di positivi alle nuove varianti della malattia, particolarmente diffuse in alcune aree del nostro territorio. E se la presenza della variante inglese e di quella brasiliana hanno già imposto un regime di lockdown in alcune aree – la provincia di Perugia, ma anche alcune zone della provincia di Chieti e il comune di Chiusi, in Toscana – il timore è che queste nuove tipologie di Covid siano in realtà già diffuse in maniera capillare in tutta Italia.
In Lombardia, secondo quanto riferito dal nuovo assessore regionale al Welfare Letizia Moratti, “le varianti sono presenti con una percentuale pari al 30% riscontrata nei tamponi positivi, che potrebbe arrivare nelle prossime settimane al 60/80%, esattamente come sta accadendo in altri Paesi“. Un dato allarmante, soprattutto alla luce del fatto che le nuove varianti sono caratterizzate da un più elevato livello di trasmissibilità. Moratti però predica calma e invita i cittadini a mantenere le “consolidate abitudini di protezione” come l’uso della mascherina e il rispetto del distanziamento sociale, capaci di scongiurare la diffusione ulteriore del virus.
E se nel caso della variante inglese la preoccupazione si limita alla velocità di trasmissione, ma non riguarda – per il momento – la capacità del virus di resistere al vaccino, altrettanto non si può dire per i ceppi virali brasiliano e sudafricano, che hanno evidenziato una maggiore capacità di resistenza agli anticorpi, tanto da non garantire l’efficacia del trattamento vaccinale.
Non è un caso che molti esperti, da Andrea Crisanti a Massimo Galli, passando per Walter Ricciardi, consulente del Ministro della Salute Roberto Speranza, stiano in questi giorni tornando ad invocare un intervento deciso da parte della politica, invitando il Governo ad agire con un nuovo lockdown totale. “Se si vuole bloccare la diffusione di varianti di Sars-CoV-2 o resistenti al vaccino o a elevata trasmissibilità, bisogna veramente fare zone rosse tipo Codogno o Vo’: tutti fermi“, ha spiegato Crisanti intervistato dalla rubrica Timeline su SkyTg24. La diffusione di queste varianti, secondo l’esperto dell’Università di Padova, “mette in pericolo questo scenario di equilibrio al quale siamo arrivati attraverso una strategia di convivenza con il Coronavirus, perché a questo punto bisogna intervenire più rapidamente possibile anche in modo chirurgico“.
Massimo Galli, infettivologo dell’Ospedale Sacco di Milano, esprime invece tutta la propria preoccupazione riguardo la crescente diffusione della variante brasiliana: “Quello che è capitato a Manaus mette la pietra tombale sulla strategia di chi ha in mente di far circolare il virus indisturbato per arrivare a un’immunità di gregge a furia di infezioni“, chiarisce Galli, che spiega come la libera circolazione di cui il virus ha goduto in Brasile avrebbe consentito all’infezione di sviluppare “la mutazione giusta per tornare a essere in grado di colpire non solo quelli che non aveva ancora infettato, ma in qualche caso a quanto pare anche quelli che si erano già ammalati. È un elemento di notevole preoccupazione“, ha concluso l’esperto.
Il più preoccupato tra gli esperti, però, pare essere Walter Ricciardi, convinto che lockdown locali e chiusure mirate non possano essere sufficienti a contrastare questa nuova fase di diffusione del virus: “È urgente cambiare subito la strategia di contrasto al virus Sars-Cov-2: è necessario un lockdown totale in tutta Italia immediato, che preveda anche la chiusura delle scuole facendo salve le attività essenziali, ma di durata limitata“, ha affermato il consulente del Minsitro della Salute, che ha inoltre sottolineato la necessità di rafforzare la fase di tracciamento dei contagi e, parallelamente, di somministrazione dei vaccini.
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