Il Consiglio dei ministri uscente ha prorogato il divieto di spostamento tra regioni. Giuseppe Conte nei giorni scorsi aveva asserito che non avrebbe firmato altri decreti ma ci ha ripensato.
Con il sì a Mario Draghi anche da parte di oltre il 59% dei militanti Cinque Stelle, la parentesi di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi sembra essere arrivata davvero al capolinea. Del resto lui stesso, ai microfoni dei cronisti, prima che terminasse la votazione sulla piattaforma grillina Rousseau, si è dichiarato ormai privo di ambizioni politiche. L’avvocato del popolo sembrava non solo rassegnato ma quasi ben disposto all’idea di uscire di scena al punto da asserire che, fosse stato iscritto a Rousseau, pure lui avrebbe votato a favore di Draghi. E questa disposizione a cedere il posto era stata avvalorata dalla sua volontà di non firmare altri decreti in questa fase di transizione.
Ma, evidentemente, la situazione inerente al Covid e la – seppur minima – risalita dell’indice di contagio Rt, deve aver chiamato il premier uscente ad un ultimo atto di responsabilità. Per questa ragione il Consiglio del ministri uscente ha deciso di prorogare fino al 25 febbraio il divieto agli spostamenti tra regioni o province autonome. Il governatore dell’Emilia Romagna, il Dem Stefano Bonaccini, ha asserito che sono stati i medesimi governatori regionali a spingere per questa proroga. La situazione, infatti – nelle parole degli esperti – potrebbe nuovamente precipitare da un giorno per l’altro a causa delle nuove varianti che sono arrivate anche in Italia. L’Umbria è già messa in ginocchio dalla variante brasiliana mentre la variante inglese – che colpisce anche i ragazzi – presenta sintomi nuovi che sposso sfuggono ai tamponi.
Ecco allora che Giuseppe Conte, prima di dire addio a Palazzo Chigi e agli italiani, ha scelto di porre per l’ultima volta la sua firma e prorogare il divieto che, altrimenti, sarebbe venuto meno a partire da lunedì 15 febbraio. Si era parlato di una proroga più lunga – fino al 5 marzo – ma alla fine, il Governo uscente ha preferito approvare un provvedimento ponte più breve funzionale a colmare il vuoto temporaneo, in attesa dell’insediamento della nuova squadra di ministri diMario Draghi. Pertanto – si legge nel testo del decreto – dal 16 al 25 febbraio sull’intero territorio nazionale, comprese le regioni gialle, resta vietato ogni spostamento in entrata e in uscita salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o da situazioni di necessità o per motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Ora a fare i conti con questo prolungamento sono, però, i gestori degli impianti sciistici e gli albergatori delle località turistiche invernali. Le piste da sci possono sì riaprire ma senza turisti il rischio di andare in perdita è quasi scontato.
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