Dopo Milano anche Roma si ribella alle politiche inerenti la scuola. Gli studenti hanno occupato i licei storici della Capitale come segno di protesta alla proposta del premier incaricato Mario Draghi che li vorrebbe in aula fino a luglio.
Non ha ancora preso ufficialmente il suo posto a Palazzo Chigi ma già il premier incaricato Maro Draghi sta sollevando prroteste nella scuola. I licei storici della Capitale, uno dopo l’altro, sono stati occupati dagli studenti. Ieri è stato il turno del Mamiani di Prati , del Socrate alla Garbatella. Prima ancora gli studenti avevano preso il controllo del Kant di Centocelle e del Pilo Albertelli dell’Esqulino. Questa mattina, invece, le lezioni si sono interrotte in uno dei “licei bene” di Roma, il liceo classico Ennio Quirino Visconti: non accadeva dal 2011. Gli studenti sono entrati alle sei di stamane varcando il portone con la bidella del primo turno. Trenta studenti hanno occupato la scuola per protestare “contro una ministra tardiva e inadeguata e anche contro un premier incaricato che ci chiede di andare a lezione in classe fino a luglio tenendo studenti e professori ostaggi di un sistema che non funziona”. La proposta di Mario Draghi di prolungare le lezioni, pertanto, non solo non è risultata gradita ai presidi e ai docenti che lamentano di non essersi mai fermati dal lavoro; neppure gli alunni sembrano entusiasti all’idea di recuperare il tempo perso a scapito delle vacanze estive. I ragazzi del Collettivo vedono l’ex presidente della Bce come uguale a tutti quelli che lo hanno preceduto e che, negli ultimi trent’anni, hanno solo saputo fare – a dir loro – tagli su tagli all’istruzione.
Gli occupanti hanno tuttavia permesso di entrare alla preside, a un insegnante e a un rappresentante dei genitori. La loro protesta si rivolge non solo contro la proposta del presidente del Consiglio incaricato di restare in aula fino a estate inoltrata. I timori dei ragazzi riguardano anche la loro salute: tornare in classe ora, infatti, potrebbe esporli al rischio di contrarre il Covid. La variante inglese del virus, infatti, colpisce anche i più giovani. E se non si lavora adeguatamente anche sul sistema trasporti, si rischia di viaggiare tutti ammassati senza poter rispettare il distanziamento sociale. Il Collettivo del Visconti scrive: “Noi stiamo con il nostro istituto, la nostra preside, vogliamo difendere anche la sicurezza dei professori. Scioperiamo per ottenere un rientro sicuro. In queste condizioni, con i trasporti sempre più carri bestiame, la Didattica a distanza è l’unica possibilità“.
L’ondata di occupazioni era partita, intorno a metà gennaio, da Milano. Gli studenti avevano occupato anche il liceo classico Parini, locato nello storico quartiere Brera, e il liceo Carducci. In quel caso, tuttavia, la protesta era contro la Didattica a distanza. Meno di un mese fa, il Collettivo degli allievi del Parini di Milano scriveva sui social: “Sono ormai troppe le volte in cui le istituzioni ci hanno preso in giro rimandando il ritorno in presenza e non prendendo provvedimenti sufficienti per garantire il rientro in sicurezza. Siamo tornati perché vogliamo una scuola in presenza e in sicurezza anche in zona rossa“. Ma la paura per la variante britannica del Covid e – forse – l’idea di dover restare tra i banchi fino a estate iniziata, ha cambiato il mood anche dei ragazzi.
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