I militanti Cinque Stelle chiamati ad esprimersi sulla piattaforma Rousseau in merito al Governo di Mario Draghi. Il premier uscente Giuseppe Conte sembra rassegnato ad uscire di scena.
Il Movimento Cinque Stelle, alla fine, ha detto sì a Draghi. Il 59,3% degli iscritti a Rousseau si è espressa favorevolmente: su 74.537 votanti, 44.177 hanno optato per il sì mentre i no sono stati 30.360, pari al 40,7%. Oggi – dalle 10 di questa mattina fino alle ore 18 – i militanti Cinque Stelle sono stati chiamati ad esprimersi, attraverso la piattaforma Rousseau, sulla fiducia o meno a Mario Draghi, incaricato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella a formare un Governo tecnico. Dopo un iniziale giuramento di fedeltà al premier uscente Giuseppe Conte, il co-fondatore del Movimento, il comico Beppe Grillo, si è detto a favore di un esecutivo condotto dall’ex presidente della Bce che sarebbe un vero grillino. Anche l’ex capo dei pentastellati nonché Ministro degli Esteri uscente, Luigi Di Maio, ieri sera si è prodigato – con un video su Facebook – a spiegare tutte le ragioni per le quali i militanti dovrebbero dire “sì” a Mario Draghi. Persino il presidente del Consiglio uscente, l’avvocato Giuseppe Conte – ai microfoni dei cronisti – ha asserito che pure lui, fosse iscritto a Rousseau, voterebbe per Draghi. Il quasi ex premier, che si è dichiarato ormai privo di ambizioni in politica, ha spiegato: “Io non ambisco a incarichi personali, l’importante è coltivare un percorso politico da offrire al Paese. Se fossi iscritto a Roussea io voterei sì per Mario Draghi perché il Paese è in tali urgenze per le quali è bene che ci sia un Governo”.
Tuttavia, il modo stesso in cui è stato posto il quesito su Rousseau, ha scatenato polemiche. Tredici parlamentari Cinque Stelle sono intervenuti contestando la formulazione del quesito in quanto – a loro dire – sarebbe formulato in maniera suggestiva e manipolatoria per indurre tutti a sostenere Draghi. In modo particolare si contesta il fatto che chi ha formulato il quesito vorrebbe fare intendere che solo con la partecipazione del M5S al Governo si potranno difendere i risultati ottenuti dal precedente esecutivo. Nello specifico, difatti, la domanda a cui i militanti sono chiamati a rispondere, fa leva sulle presunte conquiste strappate già a Draghi come il Ministero per la Transizione ecologica. Sulla piattaforma dei pentastellati si legge: “Sei d’accordo che il MoVimento sostenga un governo tecnico-politico: che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal MoVimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?”
Ma se su Rousseau il quesito avrebbe potuto lasciar intuire che fossero i pentastellati a necessitare di stare dentro per difendere quanto raggiunto, d’altro avviso era Beppe Grillo che- sulla sua pagina Facebook – aveva messo in bella mostra una vignetta dove l’ex numero uno della Banca centrale europea si trovava sul cornicione di un palazzo in procinto di gettarsi. Come se il comico genovese avesse voluto dire: “Senza i voti dei Cinque Stelle, Draghi rischia il suicidio”. Alla fine il 59,3 % degli iscritti al Movimento ha detto sì all’ex presidente della Bce. Tuttavia a Draghi già i voti del PD, di Forza Italia e della Lega sarebbero stati sufficienti per salire a Palazzo Chigi.
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