Draghi e Bibbiano non sono più una vergogna. Di Maio voterà sì e dice di essere felice

Il Ministro degli Esteri uscente, Luigi Di Maio, ha spiegato le ragioni del suo voto favorevole al Governo Draghi. Il cambiamento repentino del Movimento Cinque Stelle ha destato molte perplessità.

di maio draghi
Getty Images/Vittorio Zunino Celotto

Oggi i militanti del Movimento Cinque Stelle sono chiamati a dire la loro sul Governo Draghi. Potranno esprimere il loro consenso o dissenso attraverso la piattaforma Rousseau dalle 10 fino alle ore 18. I risultati verranno resi noto a stretto giro, a partire dalle ore 19 di questa sera. Potranno votare solo i soggetti iscritti al Movimento da almeno sei mesi i quali sono chiamati a rispondere al quesito: “Sei d’accordo che il Movimento sostenga un governo tecnico-politico che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal MoVimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?”.

Il Movimento co-fondato da Beppe Grillo e, attualmente, condotto da Vito Crimi, ha lasciato gran parte dell’elettorato a bocca aperta visto il repentino cambio di direzione. Fino alla settimana scorsa tanto Grillo quanto Crimi giuravano fedeltà a Giuseppe Conte. Ma, nel giro di pochi giorni – se non di poche ore – il mood è cambiato e il sostegno all’ex presidente della Banca centrale europea, sembra un dato di fatto. Ieri sera – alla viglia delle votazioni su Rousseau – il Ministro degli Esteri uscente Luigi Di Maio, attraverso un video sulla sua pagina Facebook, ha voluto spiegare agli elettori pentastellati, le ragioni che lo portano a dire convintamente “sì” a Mario Draghi. L’ex capo dei grillini ha esordito: “In un momento come questo, puntare il dito è semplicissimo. Quando parlo di incidere, parlo dell’ultimo risultato ottenuto: quello del Ministero della Transizione ecologica. Stasera Mario Draghi ha assicurato che, nel nuovo Governo, questo Ministero ci sarà”. Di Maio ha fatto leva su uno dei cavalli di battaglia del Movimento Cinque Stelle: l’ecologia, la sostenibilità ambientale, la svolta green. Gran parte degli elettori che portarono il Movimento, nel 2018, ad essere il primo partito in Italia, sono sensibili a questa tematica. Il Ministero per la Transizione ecologica, pertanto, sarebbe un punto fermo per i Cinque Stelle che, in certo senso, avrebbero convinto, l’avrebbero spuntata su Mario Draghi. Il Ministro uscente ha proseguito quindi: “Io credo che dovremo partecipare a questo nuovo Governo per difendere quello che abbiamo ottenuto e per spendere quello che abbiamo conquistato coi negoziati di Giuseppe Conte in Unione europea. Quindi domani voterò convintamente sì“.

Ma non è tutto. Perché non solo Di Maio ma anche Beppe Grillo – che ha definito Draghi “un grillino” dopo averlo incontrato – ha manifestato la sua intenzione favorevole al nuovo Esecutivo Draghi. E persino il premier uscente Giuseppe Conte ha invitato a sostenere l’ex numero uno della Bce. Esempi riportati da Di Maio come modelli da stimare e seguire senza indugio: “Io mi fido di Beppe Grillo, che è sempre stato più lungimirante di tutti noi. Io mi fido di Giuseppe Conte, perché non era scontato che dicesse di votare sì su Rousseau per la formazione del nuovo governo. È stato un gesto di grande responsabilità. Io mi fido di voi, di quello che abbiamo fatto insieme negli ultimi otto anni”. E poi, a mo’ di arringa finale, l’ex capo pentastellato ha concluso: “Io voto sì perché non esiste una maggioranza senza di noi. Io voto sì perché dobbiamo difendere ciò che abbiamo costruito per l’Italia. Io voto sì perché dobbiamo spendere al meglio i 209 miliardi del recovery plan conquistati in Europa grazie al MoVimento 5 Stelle”.

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