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Economia

Pensioni, con l’arrivo di Mario Draghi potrebbe cambiare tutto, un’altra volta

Nel secondo giro di consultazioni il Premier incaricato Mario Draghi incontrerà le parti sociali. Sul tavolo anche il dossier relativo alle pensioni. Sulle quali, tuttavia, l’ex Presidente della Bce ha già dato indicazioni che chiariscono la sua posizione. 

Mario Draghi/Alessandra Tarantino, Getty Images

Il Premier incaricato Mario Draghi, incassato il sostegno dalla stragrande maggioranza delle forze politiche presenti in Parlamento, si appresta a cominciare, oggi, un secondo, rapido giro di consultazioni, volto ad identificare i temi principali ed i criteri che guideranno l’Esecutivo cui l’ex Presidente della Bce sta per dare vita: tra questi si possono senza dubbio inserire le pensioni.

Il segretario della Lega Matteo Salvini, nell’annunciare il proprio sostegno a Draghi, ha messo in chiaro di voler cercare di salvare la propria creatura, Quota 100, pur aprendo alla possibilità di trattare con il futuro Premier. Una posizione “negoziabile“, quella di Salvini, sulla quale, alla fine, peserà moltissimo la scelta che lo stesso Draghi deciderà di fare.

E se questo secondo giro di consultazioni permetterà alla forze politiche di farsi un’idea un po’ più precisa circa l’indirizzo politico – o sarebbe meglio dire tecnico? – che l’ex Presidente della Bce vorrà dare al suo Esecutivo, un’idea su cosa Draghi pensi riguardo le pensioni siamo già in grado di farcela. L’uomo inviato da Bruxelles per salvare l’Italia, è bene ricordarlo, è lo stesso che nell’agosto 2011 – da Presisente in pectore della Bce e insieme all’allora titolare Jean Claude Trichet – inviò al nostro Paese una lettera piena di “raccomandazioni” volte indicare la strada da seguire per perseguire un risanamento economico cui sarebbe stato vincolato il sostegno europeo al nostro Paese. Raccomandazioni che aprirono, nei fatti, la strada all’ultimo Governo tecnico alla guida dell’Italia: quello di Mario Monti ed Elsa Fornero. Ma Draghi si era pronunciato sulla questione delle pensioni anche nelle Considerazioni finali redatte al termine della sua esperienza a capo della Banca d’Italia, quando suggerì l’allungamento della vita lavorativa finalizzato a garantire un tenore di vita adeguato agli anziani del futuro.

Ora, che lo stesso Draghi che, a più riprese, ha mostrato una posizione piuttosto netta sulla necessità di intervenire in modo severo sul sistema pensionistico italiano decida di prolungare tout court un provvedimento come Quota 100 – che consente di anticipare la pensione a 62 anni di età con 38 anni di contributi, e che è in scadenza al 31 dicembre 2021 – appare a dir poco inverosimile. Anche perché, stando ai conti della Ragioneria dello Stato, qualora la misura varata dal primo Governo Conte con una sperimentazione triennale diventasse strutturale, la spesa pensionistica farebbe registrare un balzo di 6 punti percentuali di Pil da qui al 2070.

Se a questo si aggiunge che Quota 100, non è un mistero, non sia mai stata particolarmente apprezzata dalle parti di Bruxelles ecco che il chiarimento di Salvini – “la mia non è una posizione non negoziabile” – nasconda in realtà un certo grado di consapevolezza su quale possa essere l’esito dei colloqui sul rinnovo della misura.

Tutto questo nonostante i dati disponibili ad oggi dimostrino come Quota 100, misura-bandiera della Lega al Governo, sia stata in realtà sfruttata molto meno di quanto si potesse ipotizzare. Secondo la Cgil alla fine del triennio la spesa complessiva sarà soltanto di 14 miliardi di euro, a fronte di uno stanziamento iniziale di 21: tradotto in dati circa il numero di adesioni, entro la fine del 2021 si stima che avranno fatto ricorso a Quota 100 circa 377 mila lavoratori, poco più di un terzo del milione sbandierato da Salvini nel 2019.

Insomma, Quota 100 probabilmente non verrà prorogata ma la riforma Fornero è – anche attualmente – quella che in buona parte determina l’organizzazione del sistema pensionistico italiano. Tanto che anche dai sindacati si invoca un intervento strutturale che possa dare garanzie di più ampio respiro, ben al di là di una proroga di quello che definiscono come un “provvedimento spot“. E’ questo che le parti sociali chiederanno a Draghi nei colloqui previsti nel corso del secondo giro di consultazioni che il banchiere inaugura oggi. Ma la sua opinione, per quel che riguarda le pensioni, pare essere già nota.

 

Pubblicato da
Lorenzo Palmisciano

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