Il premier Giuseppe Conte è intervenuto per placare le liti intestine ai Cinque Stelle. Ma le parole che ha pronunciato sono piuttosto inaspettate per il Movimento.
I contrasti interni al Movimento Cinque Stelle stanno causando un tale subbuglio tra le file dell’ormai ex alleanza di Governo che lo stesso premier uscente Giuseppe Conte ha deciso di intervenire, cercando di dettare una linea comune ai propri ex alleati: e le sue parole sono orientate nella stessa direzione che ha preso il fondatore ideologico del partito Beppe Grillo con un solo imperativo, dare sostegno al nascente Governo di Mario Draghi per il bene del paese, tralasciando per il momento le differenze ideologiche con gli altri partiti che hanno scelto di sostenere l’economista ed il suo nuovo esecutivo. “Non è il momento dell’auto-isolamento, non possiamo trascurare il bene del Paese“, così il premier dimissionario è intervenuto nella seduta di ieri tra i vertici del M5S, cercando di “riportare all’ordine” i senatori insorti – circa una cinquantina – che in alcuni casi sono anche membri di spicco del partito, compresi Barbara Lezzi e Nicola Morra.
In merito alla controversia che ha infastidito alcuni senatori Cinque Stelle, Conte ha pronunciato queste parole: “Abbiamo una responsabilità verso il paese ma non dimentichiamo chi collabora lealmente e chi lo fa in modo irresponsabile: sappiamo chi ci ha voltato le spalle ed ora cerca di entrare per lucrare qualche vantaggio”. Un riferimento nemmeno tanto velato a quei partiti che sembrano aver cambiato completamente rotta, passando da un serrato anti europeismo al totale appoggio ad un Governo retto dall’ex direttore della BCE e – naturalmente – al rivale politico Matteo Renzi che è stato già accusato direttamente dal premier di opportunismo: “Senza la pandemia, avrebbe fatto cadere il Governo un anno fa“, sembra che abbia dichiarato un amareggiato Conte ai suoi collaboratori. Tuttavia, Giuseppe Conte non vuole far parte di questo nuovo esecutivo, non importa quanto Draghi si sia detto – secondo le indiscrezioni che filtrano da Palazzo Chigi – disposto a dargli spazio: “Draghi è una persona di spessore, lo apprezzo. Ma non voglio andare al Governo, voglio che andiate voi”, ha spiegato sempre nel corso del vertice con i Cinque Stelle Giuseppe Conte.
Il dissenso interno è ben rappresentato dalle parole degli ex ministri Barbara Lezzi e Danilo Toninelli: “Quello che Draghi si appresta a guidare non è un governo politico solo perché ci sarà qualche ministro politico. Il M5s sarà in minoranza, non avrà neanche la maggioranza – ha osservato – Non dovremmo mai sederci al tavolo con Berlusconi, invece vogliamo andare a dare la fiducia a Silvio. Vi aspettate di difendere le nostre battaglie con questa accozzaglia. Stiamo suicidando il M5S.” Parole non diverse da Toninelli “Questo é il Momento più complicato del M5s. Mi domando: è meglio stare in maggioranza o all’opposizione? In maggioranza penso di no. In opposizione avremmo le mani libere e potremmo influenzare l’opinione pubblica. E’ inaccettabile per il movimento stare al governo con Forza Italia e Berlusconi“.
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