La nuova frontiera del cashback riguarda la corsa al premio speciale, riservato a chi effettua il maggior numero di transazioni con moneta elettronica.
La seconda fase del piano cashback, iniziata il primo gennaio per una durata complessiva di 6 mesi – che potrebbe rappresentare anche l’ultima fase del piano previsto dal Governo, che potrebbe valutarne la chiusura anticipata – aggiunge al rimborso del 10% del valore delle transazioni effettuate con moneta elettronica un premio ulteriore: il super cashback, che garantirà un bonus di 1.500 euro ai 150 mila partecipanti al programma che, nel periodo compreso tra l’inizio del 2021 e il 30 giugno, avranno effettuato il maggior numero di transazioni.
Un premio che, a quanto pare, fa gola a molti nostri concittadini, tanto che si registrano con sempre maggior frequenza casi di “furbetti del cashback“, pronti a spezzare i propri pagamenti in molte operazioni per far aumentare il proprio computo di transazioni totali. Una dinamica particolarmente diffusa nelle aree di servizio stradali, dove la possibilità di servirsi da soli fa sì che sempre più persone, invece di effettuare il rifornimento pagando con un’unica transazione, decidano di “dividere” l’operazione in tanti mini-rifornimenti, ognuno da pochi centesimi di euro, così da migliorare la propria posizione nella classifica che determinerà l’assegnazione del benefit extra previsto dal programma governativo.
“Gestisco un benzinaio qui a Codogno e uno a Piacenza, sulla tangenziale, vicino al centro commerciale Galassia e per la prima volta in 12 anni di attività mi trovo in seria difficoltà“, racconta a Il Giorno Stefano Cortesi, titolare di due aree di servizio. “La gente non ha innanzitutto capito che il sistema funziona solo se le transazioni sono effettuate in giorni diversi. Ma dato che servono più transazioni per arrivare al risultato e non conta l’importo, i clienti vengono da me all’alba o alla sera tardi e fanno pochi centesimi di euro di benzina alla volta“.
Il risultato è che molti dei titolari delle aree di servizio si trovino a fare i conti con centinaia di micro pagamenti – magari da poche decine di centesimi di euro – ripetuti decine e decine di volte. Un problema ulteriore per questo genere di attività, già provato dalle difficoltà legate alle restrizioni anti-Covid. Durante il lockdown, infatti, le aree di rifornimento, non avendo subito alcuna imposizione di chiusura, non hanno maturato ristori di sorta. Eppure è di tutta evidenza che, con la stragrande maggioranza degli italiani chiusi in casa, la spesa in carburante sia crollata verticalmente, facendo riscontrare ai gestori gravi perdite mai compensate da un sostegno pubblico.
Ora, questa ulteriore problematica: “ogni volta che un cliente fa queste transazioni pago spese, cioè la commissione bancaria e la carta della ricevuta. E non è poco da che un rotolino costa 12 euro“, spiega Cortesi, amareggiato. “Dovrò aspettare queste persone e chiedergli di smetterla perché così non posso andare avanti, lo fanno ripetutamente. Mi appello al loro buon senso chiedendogli di aiutarmi“, dice il gestore.
Il record di “furbizia“, però, spetta di diritto ad un automobilista che a Caraglio, in provincia di Cuneo, è riuscito ad effettuare 62 transazioni, in poco meno di un’ora, per un rifornimento totale di 6,51 euro. Il titolare dell’area di servizio, Aldo Bergia, racconta al quotidiano La Stampa di aver anche contattato i Carabinieri, i quali, tuttavia, non hanno potuto riscontrare alcuna condotta illegale nel comportamento dell’automobilista.
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