Sonia Di Maggio è stata assassinata dall’ex ragazzo dopo aver provato a difendere il nuovo compagno dall’aggressione. L’uomo ha rilasciato dichiarazioni tremende.
“Non la picchiavo da due mesi, è assurdo che mi abbia lasciato”. Sono terrificanti le dichiarazioni di Salvatore Carfora, reo confesso dell’omicidio di Sonia Di Maggio, una ragazza con cui l’uomo aveva avuto una breve relazione che la giovane aveva concluso per ragioni gravissime. L’uomo – un 39enne campano con precedenti per aggressione – ha raccontato durante l’interrogatorio con i magistrati dei dettagli incredibili della sua relazione con la donna che ha assassinato con 20 coltellate senza scomporsi minimamente, a detta delle stesse persone che hanno condotto l’interrogatorio. I due erano stati insieme per un breve periodo ma alcune violenze psicologiche e anche fisiche avevano spinto Sonia Di Maggio a troncare una relazione che diventatavi ogni giorno più insostenibile.
Durante l’interrogatorio, l’uomo avrebbe spiegato che litigava spesso con la ragazza perchè non voleva che lavorasse o che uscisse di casa senza di lui: “Era bella e gli altri la guardavano”, avrebbe detto con la massima naturalezza il reo confesso evidenziando una scarsissima empatia: “Le sue parole avevano come fine ultimo quello di evidenziare che Sonia “se l’era cercata”: era inaccettabile che fino al 27 dicembre erano stati insieme e che già due giorni dopo avesse un nuovo compagno, conosciuto sui social”, riporta il Gip che ha ascoltato Carfora. L’uomo sarebbe anche arrivato a picchiare Sonia e si sarebbe detto sorpreso dal fatto che la donna non volesse tornare con lui – che non alzava le mani su di lei da due mesi – a causa di questi episodi di violenza. Anche sull’omicidio, l’ennesimo degli ultimi due anni, Carfora ha rilasciato dettagli che aggravano la sua posizione di fronte al giudice: si tratterebbe di un delitto premeditato, lo provano alcune minacce inviate via social sia a Sonia che al nuovo compagno, sopravvissuto per miracolo all’assalto armato: “Siete morti che camminano”, scriveva Carfora che ha viaggiato per ore in auto dalla Campania per raggiungere la sua vittima ed è tranquillamente tornato a casa come nulla fosse dopo averla ammazzata in mezzo alla strada, dopo aver avuto anche cura di nascondere un coltello da sub – l’arma del delitto – sotto alcune rocce.