In un ospedale due terzi dei pazienti sono risultati positivi al Covid. Si sospetta che la responsabilità sia dei sanitari che hanno rifiutato il vaccino.
Il Ministero della Salute informa che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 13.442 unità e portano il totale a 2.625.098. Nelle ultime ventiquattro ore 385 morti che fanno salire le vittime a 91.003 e 15.138 guariti che raggiungono quota 2.107.061.
I casi attualmente positivi scendono a 427.034, – 2084. I ricoverati sono 19.408, – 167 mentre nelle terapie intensive 2110 assistiti, – 32 da ieri.
Mentre quasi tutta Italia è ormai zona gialla, nel reparto di geriatria dell’ospedale civile Santa Maria della Misericordia di Rovigo, due terzi dei pazienti sono risultati positivi al Covid. Venti ricoverati su trena: un vero e proprio focolaio dunque. La positività al virus è stata riscontrata anche su un infermiere e su un operatore socio sanitario del reparto. Entrambi avevano rifiutato la somministrazione del vaccino anti Covid. Il commissario dell’Ulss5, Antonio Compostella, ha puntualizzato che non è ancora stato stabilito un nesso causale tra il focolaio sorto tra i pazienti e il rifiuto al vaccino dei due sanitari. Tuttavia ha anche sottolineato che si valuterà attentamente l’ipotesi di prendere un provvedimento contro i due dipendenti.
Sulla questione dei medici e, in generale dei sanitari, no vax era intervenuto qualche settimana fa l’infettivologo Massimo Galli il quale aveva sostenuto che tali soggetti dovrebbero cambiare lavoro. Ora ad esprimere la propria disapprovazione verso i no vax è il virologo del San Raffaele, il professor Roberto Burioni che , sul suo profilo Twitter, ha scritto: “Spero che una priorità per il nuovo Governo sia mettere fine a questa inaccettabile vergogna dei sanitari che rifiutano il vaccino mettendo a rischio i loro pazienti“. La presenza di no vax è molto forte anche in ambiente medico. Anche se, talvolta, non si tratta di soggetti del tutto contrari al vaccino ma che semplicemente preferirebbero aspettare ancora qualche mese prima di decidere. I casi di decessi in seguito alla somministrazione del farmaco purtroppo – anche se nessun nesso è ancora stato rilevato – tendono ad ampliare la platea degli scettici e dei timorosi.
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