L’assessore all’istruzione del Veneto Elena Donazzan ha annunciato ai sindacati che gli istituti della Regione non utilizzeranno più i banchi a rotelle voluti dal Ministro uscente Lucia Azzolina.
La Regione Veneto mette definitivamente da parte i banchi a rotelle, voluti dal Ministro uscente dell’Istruzione Lucia Azzolina per favorire la ripresa delle lezioni in presenza limitando le possibilità di contagio per gli studenti e – ormai da mesi – al centro di una polemica politica spesso aspra. Spariti dalle scuole della Regione, riposti nei magazzini e archiviati, forse per sempre. La decisione è stata presa dalla Giunta regionale – in particolare dall’assessore all’istruzione Elena Donazzan, che lo ha annunciato nei giorni scorsi durante un incontro con i sindacati della scuola – sulla base di una serie di valutazioni secondo le quali l’utilizzo di questa tipologia di banchi favorirebbe l’insorgere di mal di schiena nei ragazzi.
“Le parole devono essere concrete e utili come lo devono essere i fatti. Bocciamo pertanto interventi assurdi e poco salutari, come lo sono stati i banchi con le rotelle che sono stati ritirati dai plessi scolastici in cui erano stati introdotti perché erano causa di mal di schiena“, ha annunciato Donazzan, pur non presentando alcun dato relativo alla presunta correlazione tra i malesseri fisici dei ragazzi e l’utilizzo dei banchi, che pure erano nel mirino dell’amministrazione regionale veneta – e non solo – già da tempo. Sul caso dei banchi a rotelle in Veneto era intervenuto anche il segretario della Lega Matteo Salvini, che aveva attaccato duramente Azzolina con un post su Facebook per una scelta ritenuta completamente sbagliata da parte di tutte le Opposizioni. D’altra parte, gli ingenti costi dell’operazione-banchi non lasciano spazio a valutazioni particolarmente positive: l’Italia avrebbe speso circa 119 milioni per i banchi a rotelle e 199 milioni per quelli tradizionali, per un totale di 318 milioni di euro.
Ora la decisione della Regione Veneto sgombera il campo da dubbi e differenze di vedute. Anche perché, su un punto, tutti si sono trovati d’accordo: le sedute innovative non sono adatte a far lezione in classe. Sono scomode, non permettono ai ragazzi di appoggiare alla ribaltina più di un quaderno e un libro. Una tipologia di banco che poteva essere utilizzata, tutt’al più all’interno di laboratori e biblioteche e che, oltre tutto, presenta anche problematiche relative alla sicurezza: i protocolli scolastici in caso di terremoti, infatti, prevedono che gli studenti si riparino accucciandosi sotto i banchi, un’operazione che con quelli attualmente in dotazione nelle scuole risulterebbe impossibile.
Una scelta che non farà piacere ad Azzolina, impegnata in queste ore nella travagliata fase che vede il Movimento 5 Stelle alle prese con una decisione difficile da prendere: quella sull’incarico all’ex Presidente della Bce Mario Draghi. Il Ministro dell’Istruzione uscente, nel suo intervento di ieri durante l’assemblea dei parlamentari grillini, ha invitato i colleghi a non farsi “travolgere dal racconto delle ultime ore, un racconto ingiusto e creato ad arte per creare instabilità“, sottolineando quelli che a suo giudizio sarebbero stati i meriti dell’Esecutivo uscente: “Il Governo e il Presidente del Consiglio hanno saputo gestire una stagione drammatica e lo hanno saputo fare perché hanno preso decisioni politiche. Anche decidere di mettere 10 miliardi di euro sulla scuola è stata una decisione politica, così come quella di non tagliare migliaia di insegnanti“. Valutazioni che spingono Azzolina a schierarsi sul fronte del “no” al Governo Draghi: “Rinunciare alla politica, di fronte ad una emergenza come quella che stiamo vivendo, sarebbe una sconfitta per tutti“, ha concluso.
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