Mentre il Premier incaricato Mario Draghi comincia il suo giro di consultazioni, Matteo Salvini elenca le priorità della Lega e manda un segnale all’ex presidente della Bce: “Scelga tra noi e il Movimento 5 Stelle”.
Sono cominciate nella giornata di oggi le consultazioni del Premier incaricato Mario Draghi, che ha incontrato i partiti minori e che continuerà il suo giro di colloqui con le forze politiche fino a sabato. Dopo gli appuntamenti di oggi con Azione e +Europa, dai quali ha ricevuto – come previsto – un pieno sostegno, l’ex presidente della Bce incontrerà domani le delegazioni di Italia Viva, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Partito Democratico. Ma la giornata clou sarà quella di sabato, quando Draghi si confronterà con le due forze da cui, verosimilmente, potrebbe dipendere la riuscita dell’operazione architettata dal Quirinale: Lega e Movimento 5 Stelle.
Un calendario che, già dalla definizione degli appuntamenti, potrebbe fornire qualche indicazione: confermato, ad esempio, che il Centrodestra non parteciperà in maniera unitaria alle consultazioni, segno che, tra le forze di Opposizione, potrebbero esserci sfumature diverse rispetto all’ipotesi di un Governo ibrido – tra politici e tecnici – a guida dell’economista. E se Forza Italia sembra il partito più possibilista tra quelli del Centrodestra, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni conferma, per ora, la propria contrarietà ad un nuovo Esecutivo. Sulla stessa linea pare ora posizionarsi anche Matteo Salvini, che pur non avendo confermato ufficialmente l’orientamento della Lega, oggi ha lasciato intendere che un’alleanza con altre forze politiche – tradizionalmente avverse – rimane un’ipotesi improbabile: “Se dovessero presentarmi il governo Conte, Di Maio, Boschi, Boldrini, Speranza e Azzolina, è chiaro che sarebbe difficile governare con chi mi ha mandato a processo. Se mettessi davanti l’interesse di partito starei fuori a dare la colpa a Conte e Renzi“, ha affermato Salvini, che poi ha affondato: “Draghi dovrà scegliere tra la Lega e Grillo“. Parole che sembrano riavvicinare la Lega a Fratelli d’Italia e che, più che mai, segnano un solco tra il Carroccio e gli ex alleati a 5 Stelle.
Il segretario leghista ha anche chiarito le ragioni che hanno portato il Centrodestra ad affrontare separatamente le consultazioni: “È meglio che ognuno dica liberamente quello che ha in testa. Noi non siamo costretti a fare nulla controvoglia, l’unità del centrodestra è un valore, governiamo in 14 regioni su 20“. Un’unità che potrebbe essere messa alla prova dalla possibile nascita della cosiddetta Maggioranza Ursula, che andrebbe dalle forze di Centrosinistra fino al partito di Silvio Berlusconi, passando per buona parte dei 5 Stelle – che pure deve ancora chiarire la propria posizione. Intanto, la Lega ha fatto il punto dei temi che – nella propria scala di priorità – dovrebbero caratterizzare l’operato del nuovo Governo: “taglio delle tasse, della burocrazia, difesa di Quota 100, flat tax al 15% e difesa dei confini“, ha elencato Salvini, secondo il quale “se si può fare l’interesse del Paese lo facciamo. Se si vuole rifare un altro governo di centrosinistra Pd-M5S-Renzi non ci interessa. Con Giorgetti siamo d’accordo“.
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