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Cronaca

Covid, altri 476 morti: nell’ultimo anno 300 mila italiani in meno. Non succedeva dal 1918

Allarmanti i dati Istat: a fronte di un incremento di decessi dovuti alla pandemia di Coronavirus, l’Italia sta assistendo anche ad un’altrettanto preoccupante decrescita delle nascite.

Getty Images/Marco Di Lauro

Il Ministero della Salute informa che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 13.189 unità e portano il totale a 2.583.790. Nelle ultime ventiquattro ore 476morti che fanno salire le vittime a 89.820 e 15.749 guariti che raggiungono quota 2.059.248.

I casi attualmente positivi scendono a 434.722, – 3043 rispetto a ieri. Scendono anche i ricoveri: 20.071, – 246. Nelle terapie intensive 2145 assistiti, – 69 da ieri.

Covid: più morti che nati, non accadeva da oltre un secolo

Le conseguenze della pandemia di Covid si fanno sentire su più fronti. Oltre ai decessi e all’emergenza sanitaria, il Coronavirus ha innescato una crisi economica senza precedenti che nel giro di un anno ha portato alla perdita di migliaia di posti di lavoro. Secondo i dati Istat, solo nell’ultimo anno, in Italia, ogni ora 50 posti di lavoro sono sfumati. Ma non è ancora tutto. Già, perché il lockdown, la chiusura forzata in casa ventiquattro ore su ventiquattro ha provocato un aumento dei casi di depressione, abuso di alcool e droghe, dipendenza da gioco d’azzardo, violenza sulle donne. E la convivenza “imposta” ha fatto esplodere anche molte coppie: nei mesi di lockdown si è verificato il boom delle richieste di separazione. Contrariamente a quanto ci si sarebbe aspettati, invece, non si è registrato alcun boom di nascite. Anzi: tutto il contrario. Le tendenze del 2020 in Italia indicano che  i morti potrebbero, presto, superare le nascite di ben 300mila unità: fenomeno mai visto dall’influenza spagnola del 1918. A dirlo è il presidente dell’Istituto di statitistica, Gian Carlo Blangiardo.

Dati dell’Anagrafe alla mano, analizzando la curva del 2020, Blangiardo spiega: “Due sembrano essere i confini simbolici destinati a infrangersi sotto i colpi del COVID-19 e dei suoi effetti. Il margine superiore dei 700 mila morti- oltre il quale nell’arco degli ultimi cent’anni ci si è spinti giusto all’inizio (1920) e quindi nel pieno dell’ultimo conflitto mondiale (1942-1944) – e il limite inferiore dei 400 mila nati, una soglia mai raggiunta negli oltre 150 anni di Unità Nazionale. Si tratta di due sconfinamenti che, di riflesso, spingerebbero il valore negativo del saldo naturale oltre le 300 mila unità; un risultato che, nella storia del nostro Paese, si era visto unicamente nel 1918, allorché l’epidemia di spagnola”.

Ma – prosegue il presidente dell’Istat – gli effetti della pandemia sulle nascite potrebbero essere ancora peggiori nel 2021. Infatti, se consideriamo che il Covid ha preso piede in modo allarmante in Italia, intorno a febbraio/marzo, è naturale che molte coppie abbiano preferito rinviare il progetto di allargare la famiglia. Esattamente come accadde ai tempi di Chernobyl quando i timori per la salute furono tali da portare ad una significativa decrescita dei concepimenti. Ora bisogna vedere se la curva dei nuovi nati ricomincerà a salire nell’anno appena iniziato. Analizzando un campione demografico completo del 2020 su quindici grandi città per 6 milioni di residenti si ottiene che le nascite sono crollate dell’ 8,21% a novembre e del 21,63% a dicembre. Se questo trend proseguirà anche nel 2021, i nuovi nati – alla fine dell’anno – oscilleranno tra un minimo di 398 mila e un massimo di 402 mila unità.  Ci sono altri due fattori nel report di Blangiardo che non fanno ben sperare. Il primo è il dimezzamento del numero di matrimoni: complice la crisi economica e l’instabilità lavorativa, sempre meno coppie di giovani decidono di iniziare un progetto di vita insieme a mettere sù famiglia.  Il secondo fattore che induce a pensare che nel 2021 le nascite non torneranno a crescere è – secondo Blangiardo – lo stop dei flussi migratori.

 

 

Pubblicato da
Samanta Airoldi

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