Nei quartieri partenopei controllati dalla Camorra, gli operatori del 118 sono stati minacciati: vietato accendere le sirene delle ambulanze.
“O spegni le sirene o ti sparo!“. No, non è la battuta di un film poliziesco. E’ quanto, sabato sera, si è sentito dire l’equipaggio di un’ambulanza a Napoli. Gli operatori del 118 si stavano dirigendo verso i Quartieri Spagnoli per prestare soccorso quando sono stati affiancati da uno scooter su cui viaggiavano due persone. Uno dei due, dopo che il motociclo si è affiancato all’ambulanza, ha picchiato con violenza sulla fiancata e gridato: “Nai capito che qui le sirene non le devi usare? Spegnile altrimenti ti sparo”. Ma non è ancora finita. Secondo quanto spiegato su Facebook dall’organizzazione no-profit Nessuno tocchi Ippocrate, gli operatori del 118 sono stati terrorizzati dai facinorosi che hanno continuato a fare ronde impedendo loro di prestare soccorso a chi li aveva chiamati. L’autista dell’ambulanza ha chiamato le Forze dell’ordine che, prontamente arrivate, hanno scortato l’ambulanza fuori dal quartiere.
Ma non si tratta di un episodio isolato. Sono diversi i quartieri di Napoli dove le sirene delle ambulanze non sono gradite. Oltre ai Quartieri Spagnoli si evidenziano anche il Rione Sanità Sanità e il Rione Traiano: i quartieri controllati dai clan della Camorra. Le sirene delle ambulanze, troppo simili a quelle della Polizia e dei Carabinieri, creerebbero inutili allarmismi nelle zone di spaccio rallentando, quindi, il commercio delle sostanze stupefacenti da cui i clan traggono gran parte dei loro profitti. Stando alle ipotesi investigative delle Forze dell’ordine, nella postazione del 118 di Pietravalle sarebbe addirittura scattato un vero e proprio divieto imposto dai camorristi. Purtroppo ciò induce a pensare che quanto accaduto sabato sera, si ripeterà ancora e ancora. E a rischiare la vita, non solo gli operatori del 118 ma anche i malcapitati malati di turno che rischiano di morire nell’impossibilità di ricevere assistenza.
Ma la criminalità organizzata non si impone solo con la prepotenza e le maniere forti. Durante questi mesi di emergenza sanitaria, complici le chiusure e la conseguente crisi economica, hanno trovato il modo di creare un welfare alternativo a quello – talvolta ritenuto insufficiente – dello Stato. In un quartiere di Palermo, ad esempio, la Mafia consegnava la spesa alle famiglie più inidgenti, messe in ginocchio dai mesi di lockdown. In questo modo, sostituendosi in un certo senso, al Governo, andavano ad aumentare i loro consensi a scapito della fiducia nelle istituzioni.