Si allarga, all’interno del Movimento 5 Stella, la fronda di parlamentari contrari al ritorno in Maggioranza di Matteo Renzi.
La strada per la costituzione di un nuovo Governo – retto dalla stessa Maggioranza che aveva dato vita al Conte bis – rimane in salita. Al di là della discussione sui temi e sui nomi dell’eventuale nuova squadra – anch’essa spinosa e piena di insidie – rimangono da sciogliere una serie di nodi che riguardano il perimetro stesso della coalizione che si propone di dar vita all’Esecutivo. Non è un mistero che soprattutto all’interno del Movimento 5 Stelle siano numerosi i parlamentari che – seguendo la traccia di contestazione data per primo da Alessandro Di Battista – si oppongono alla riproposizione di un’alleanza con Italia Viva, rea di aver affossato il Governo uscente e ritenuta oramai non credibile da molti deputati e senatori grillini.
Secondo le ultime indiscrezioni la fronda anti-Renzi interna al Movimento – supportata tra gli altri dal senatore Nicola Morra e dagli ex Ministri Elisabetta Trenta e Barbara Lezzi, sarebbe andata rafforzandosi nelle ultime ore. Nel corso di un confronto nella serata di ieri, i ribelli a 5 stelle si sarebbero “contati“, constatando una consistenza numerica superiore alle attese: in collegamento, infatti, erano presenti tra i venti ed i trenta parlamentari – pari quasi al 10% del totale degli eletti del Movimento. Certo, non tutti i partecipanti sono allineati sullo stesso grado di fermezza rispetto al “no” a Italia Viva – per quel che riguarda il Senato, ad esempio, la fronda sarebbe divisa tra 7 rappresentanti intransigenti e 7 possibilisti, a patto che il ritorno in Maggioranza dei renziani sia limitato dall’imposizione di “paletti ferrei” – ma i numeri cominciano ad essere importanti.
Ed è proprio su Palazzo Madama che sono concentrate le principali attenzioni, visto che è quello il ramo del Parlamento dove la Maggioranza ha mostrato maggiore fragilità – arrivando a costringere il Premier uscente Giuseppe Conte a rassegnare le proprie dimissioni. Dal canto loro, i grillini dell’ala governista ostentano una certa sicurezza, convinti che alla fine i frondisti si ridurranno numericamente e che la stragrande maggioranza degli eletti 5 Stelle darà appoggio al nuovo Governo. “Votare contro significa automaticamente essere espulsi e non credo possibile che una decina di senatori si mettano in una simile posizione“, fa sapere un esponente grillino.
Il tutto a patto che le trattative in corso – con la supervisione del Presidente della Camera Roberto Fico, su mandato del Quirinale – riescano a portare a risultati significativi. Un dato tutt’altro che scontato, visto che le richieste avanzate da Renzi, sia per quel che riguarda alcuni temi – Mes e prescrizione su tutti – che a proposito dei nomi, rischiano di essere davvero impossibili da digerire per il Movimento.
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