Covid, accuse pesantissime “Criminale la mancata pubblicazione di tutti i dati sui pazienti”

Il Governo e la Regione Lombardia accusati di avere un atteggiamento poco trasparente in merito ai dati sul Covid che, da inizio pandemia, non sono mai stati resi pubblici. Mortin netto calo, secondo l’ultimo bollettino del Ministero

covid cappato
Getty Images/ Andreas Solaro

Nelle ultime 24 ore sono stati 11.252 i nuovi casi di coronavirus in Italia, con 237 vittime. Lo rende noto il nuovo bollettino del Ministero della Salute.

E non sembra destinato a concludersi tanto presto il rimbalzarsi di responsabilità in corso tra il Governo e la Regione Lombardia, inserita erroneamente in zona rossa per una settimana. Infatti, in seguito al Dpcm entrato in vigore il 16 gennaio, la regione a trazione leghista è stata inserita è stata inserita nella zona rossa. Dopo aver appurato l’errore, con tanto di numeri alla mano, è passata nella fascia corretta, ovvero quella arancione. Ma per una settimana gran parte delle attività commerciali sono rimaste, quindi, ingiustificatamente chiuse subendo notevoli perdite.

Di chi è la responsabiltà? Il governatore regionale Attilio Fontana punta il dito contro lo Stato che, a sua volta, gli rilancia la palla avvelenata. L’Istituto Superiore della Sanità, nelle scorse ore, ha accusato il Pirellone di non aver neppure dato importanza alle 54 segnalazioni inviate a causa di errori, incompletezze o incongruenze commesse dalla Regione. L’Iss ha spiegato che, a causa di dati forniti in modo incompleto, l’indice di contagio Rt – dal 13 dicembre al 13 gennaio – in Lombardia risultava essere sovrastimato del 50,3% a fronte del 2,5% del resto d’Italia. Gli esperti hanno altresì aggiunto che da maggio 2020 fino al 20 gennaio 2021, la Regione amministrata dal leghista Attilio Fontana ha segnalato una quantità di casi di Covid decisamente superiore a tutte le altre Regioni ma senza indicare lo stato clinico dei pazienti con la conseguenza che pazienti guariti hanno continuato ad essere classificati come sintomatici.

E, all’interno di questo braccio di ferro, s’inserisce il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato che intervistato dall’AGI – non ha usato mezzi termini: “La mancata pubblicazione di tutti i dati sui pazienti Covid da parte delle Regioni e dell’Istituto Superiore della Sanità rappresenta un comportamento criminale” . Cappato a riferimento, in particolare, allo scambio contenuto in un documento interno alla Regione tra un funzionario dell’Istituto superiore della Sanità e un tecnico di Palazzo Lombardia in cui il primo afferma: “noi non pubblichiamo il dato delle comorbilitàma abbiamo pressioni enormi al riguardo da stampa, politica, presunti esperti…”.

I dati relativi al Covid – a detta di Cappato – sono diventati oggetto di una sfida politica giocata a spese di quelle attività che sono state costrette a restare chiuse quando avrebbero potuto lavorare. Per evitare che fatti simili possano reiterarsi è necessario che i dati vengano resi pubblici: “Quello che non deve più accadere è che i dati siano oggetto di una contesa politica. E’ quello che chiediamo da tempo e che Conte ci aveva promesso. Perché Iss e Regioni, che potrebbero farlo in autonomia, non procedono alla pubblicazione? L’unica spiegazione è che vogliano tenersi il controllo dei dati, non c’è una ragione di interesse pubblico.” Nei mesi scorsi, infatti, Nei mesi scorsi l’associazione Luca Coscioni ha promosso la piattaforma online Covidleaks dove chiunque può mandare in modo anonimo i dati disaggregati relativi a singoli decessi.

Per il tesoriere della Coscioni non si può più parlare di semplici errori burocratici. La questione ormai è chiaramente politica: “Non è una questione burocratica ma è una questione politica e riguarda il Presidente del Consiglio e il Ministro della Salute ancora in carica. Se non pubblicano i dati, Regioni e Iss si rendono complici di errori ripetuti nel tempo. Ciò significa avere un comportamento criminale, in termini sia di decessi sia di danni economici”.

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