Per il premier Conte la strada si fa stretta e il Presidente Mattarella si è dato poco tempo per decidere
Come era prevedibile, la crisi di Governo ha creato una spaccatura che non sarà forse mai più riparata tra il premier Giuseppe Conte – che rischia ora di perdere il comando dell’Esecutivo dopo le dimissioni – ed il leader di Italia Viva Matteo Renzi, ritenuto proprio dallo stesso Conte il principale responsabile di quella che potrebbe trasformarsi nella debacle completa del suo secondo mandato di Governo. In ore frenetiche in cui in Parlamento si lavora per trovare un’intesa tra i partiti per non lasciare il paese senza una guida sembra che sempre più esponenti della Maggioranza siano pronti ad un’apertura verso Italia Viva.
Conte fa un passo indietro apparentemente senza concedere nulla ad un Renzi che viene visto come un pericolo per la stabilità di un’eventuale Governo di salvezza nazionale: “Non porrò alcun veto su Italia Viva, sono contento se faranno ancora parte di una maggioranza allargata, ma non mi umilierò in alcun modo“, avrebbe ammonito il premier lasciando intendere due cose: la prima è che qualsiasi fuoriuscito da Italia Viva che dovesse appoggiare il Governo sarà il benvenuto e la seconda che Renzi non sarà ben accolto all’interno della Maggioranza, almeno se non dovesse rivedere la sua posizione: è probabile che il premier dimissionario intenda mettere in difficoltà il partito renziano creando un’alternativa nello schieramento, portando dalla sua parte i membri di IV con le posizioni meno radicali su temi come il Recovery Fund che hanno portato alla crisi di Governo
E tuttavia il premier ha trascorso l’intera giornata a cercare di ricucire lo strappo con Matteo Renzi. Ormai è tardi e sembra destinato al capolinea. La telefonata intercorsa ieri tra i due, ha rivelato l’Adnkronos, non ha accorciato le distanze. I numeri al Senato non ci sono, e il piano di Conte – respingere l’assalto di Iv affidandosi ai responsabili – è fallito. Il tempo ora è contro l’avvocato perché Mattarella preme per una soluzione a breve della crisi. Sembra improbabile che intenda sprecare tempo prezioso nell’affidare un incarico esplorativo a chi si è presentato dimissionario e dopo l tentativo fallito cercare nuovi sostenitori in Senato. Se, come sembra l’incarico sarà affidato ad altri – al momento si fa il nome di Roberto Fico per il premier sarebbe l’inizio della fine.
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