Cattive nuove sul fronte vaccini. Dopo Biontech- Pfizer anche l’americana Moderna taglierà sulle dosi: previsto un rifornimento inferiore del 20% a partire dai primi di febbraio.
Il Ministero della Salute informa che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 13.574 unità e portano il totale a 2.529.070. Nelle ultime ventiquattro ore 477 morti che fanno salire le vittime a 87.858 e 19.879 guariti che raggiungono quota 1.973.388. Da ieri 268.750 tamponi.
I casi attualmente positivi scendono a 467.824, -6793 rispetto a ieri. Scendono anche i ricoverati che arrivano a 20.397, -381 mentre nelle terapie intensive 2270 assistiti, -18 da ieri.
Pensavamo che l’arrivo del vaccino – anzi: dei vaccini – avrebbe comportato un ritorno alla normalità nel giro di pochi mesi. Del resto il commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, intorno a novembre/dicembre sembrava piuttosto sicuro del fatto suo e asseriva che entro settembre – o addirittura entro l’estate – tutti gli italiani sarebbero stati vaccinati. Ma è sempre controproducente fare i “conti aventi all’oste”. E quello che sta accadendo lo dimostra. Da settimane Biontech- Pfizer ha diminuito le dosi distribuite settimanalmente. Arcuri ha inviato una diffida destinata, tuttavia, a non produrre alcun risultato visto che , da contratto, l’azienda farmaceutica è tutelata da ben due clausole: una inerente gli eventuali danni derivanti dal loro vaccino e una, invece, riguardante proprio le quantità e le tempistiche di consegna.
Dopo Pfizer anche l’inglese AstraZeneca , la scorsa settimana, aveva annunciato un taglio di circa il 60% sulle dosi. Siccome non c’è il due senza il tre, ora anche l’americana Moderna dà una bella sforbiciata del 20% ai vaccini. A comunicarlo lo stesso commissario Arcuri: “Moderna ci ha appena informato che per la settimana del 9 febbraio delle previste 166mila dosi ne consegnerà 132mila, il 20% in meno. In tutto ci mancano almeno 300 mila dosi di vaccino, che ci avrebbero dovuto consegnare e che invece non sono arrivate“.
Il commissario specifica che il Governo italiano non è in alcun modo responsabile di questa situazione che, inevitabilmente, farà slittare – non si sa bene di quanto – il raggiungimento dell’immunità di gregge: “Sarebbe meglio se dipendesse da noi ma non è così. L’Italia fino al 15 gennaio era il paese europeo che aveva somministrato più vaccini.” Ma che fare in questo clima di scarsità di dosi e di totale dipendenza dalle scelte delle aziende estere? Per Arcuri uno degli obiettivi da raggiungere è quello di arrivare a produrre in Italia un livello accettabile di vaccini e di farmaci per contrastare il Covid. In particolare il riferimento va al vaccino autoctono di ReiThera. che secondo Arcuri è molto promettente. Ora deve solo essere approvato dall’Agenzia europea per il farmaco per poter entrare in commercio. La strada, per il momento, sembra tutta in salita. E, al di là delle migliori intenzioni di Arcuri, diversi esperti – tra cui l’immunologo Andrea Crisanti e la virologa Antonella Viola – ritengono tutt’altro che certo che l’immunità venga raggiunta
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