Salvini non doveva citofonare a quel ragazzo, disse Prodi. E ora hanno arrestato i genitori, per droga

Arrestati per spaccio i genitori del ragazzo di Bologna a cui il leader della Lega Matteo Salvini citofonò l’anno scorso.

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Era il 27 gennaio 2020, prima che l’Italia entrasse nell’incubo del Covid. Quel giorno il Centrosinistra estaggiava la vittoria del Dem Stefano Bonaccini riconfermato governatore in Emilia Romagna. Si festeggiava la sconfitta della senatrice leghista Lucia Borgonzoni che, nell’ottica di alcuni, significava la sconfitta di Matteo Salvini. Si era tarttato di una campagna elettorale molto combattuta tra i due schieramenti, sentita ovunque perché prendere la “rossa” Emilia per il Centrodestra avrebbe avuto un significato enorme anche dal punto di vista simbolico. Mentre per il Centrosinistra sconfiggere Salvini , leader di un partito in testa a tutti nei sondaggi, significava non perdere un punto fermo, una roccaforte. A sostegno di Bonaccini scesero in campo anche le Sardine di Mattia Santori che nacquero proprio nel novembre del 2019 per sostenere il candidato Dem. E alla fine l’Emilia Romagna riconfermò l’ex governatore.

L’ex Premier Romano Prodi attribuì la sconfitta della Lega in Emilia proprio ad un episodio che vedeva il capo del Carroccio come protagonista: la citofonata alla famiglia di un prsunto pusher tunisino nel quartiere Pilastro di Bologna. Le parole di Prodi, dopo la vittoria di Bonaccini, furono: “Pensavo vincesse il Centrosinistra, ma non in questa misura. Salvini ha esagerato. E in Emilia non si esagera.Citofonando, mettendo i toni al di là di ogni buonsenso. Questa è una terra di gente che ragiona. Sulla citofonata, che è solo un episodio, quanta gente ho sentito dire: ‘Ma cosa sta succedendo? Ma è mai possibile che tu suoni dicendo: Tu sei uno spacciatore?’. La gente dice: ‘Se quello va a comandare, cosa succede?’ Questa è l’Emilia-Romagna”. E Prodi non fu l’unico ad attaccare Salvini per questo suo gesto. Massimo D’Alema lo definì un gesto da squadrista fascista e anche lo scrittore Roberto Saviano e il conduttore radiofonico Fabio Volo non risparmiarono invettive. Il ragazzo tunisino destinatario della citofonata voleva denunciarlo, sotto la guida e l’assistenza dell’avvocato Cathy La Torre.

Eppure a distanza di un anno esatto i genitori del presunto spacciatore sono stati arrestati e proprio per spaccio. I due – 59enne tunisino lui e 58enne svizzera lei – sono stati sorpresi dai Carabinieri nello stesso appartamento in via Grazia Delledda dove suonò il campanello il leader della Lega nel gennaio scorso. I militari hanno scoperto e sequestrato 13 grammi di cocaina, 170 grammi di marijuana, 384 grammi di hashish oltre ad un bilancino di precisione e del materiale utilizzato per il confezionamento della droga. Rinvenuti inoltre un caricatore di una pistola semiautomatica, proiettili di vario calibro, una pistola elettrica tipo Taser, 925 euro e altri 340 euro contraffatti. I due ora dovranno rispondere dell’accusa di spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, detenzione abusiva di armi, spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate. Al momento, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto, l’uomo è stato portato in camera di sicurezza mentre la donna è stata sottoposta ai domiciliari.

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